DOCUMENTO PREDISPOSTO DAL GRUPPO

DI LAVORO CRUI-MURST

 

PREMESSA

 

Con l'emanazione del DM 509/99 in materia di autonomia didattica degli atenei ha preso formale avvio il complesso processo di riforma dell'organizzazione didattica del sistema universitario italiano. Da questo punto di partenza ha preso le mosse il gruppo di lavoro della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) sul Diploma Supplement (DS). Il comma 8 dell'articolo 11 del suddetto decreto, recita: "I regolamenti didattici di ateneo disciplinano le modalità con cui le università rilasciano, come supplemento al diploma di ogni titolo di studio, un certificato che riporta, secondo modelli conformi a quelli adottati dai paesi europei, le principali indicazioni relative al curriculum specifico seguito dallo studente per conseguire il titolo".

La prescrizione normativa trova riferimento nello schema del Diploma Supplement, cui si è giunti al termine di un progetto pilota sviluppato a partire dalle sollecitazioni provenienti da diversi promotori: la Commissione Europea, il Consiglio d'Europa e l'UNESCO-Regione Europa. Il progetto costituisce la diretta filiazione di un impegno sottoscritto congiuntamente dal Consiglio d'Europa e dall'UNESCO, in occasione della conferenza di Lisbona del 1997, in calce alla "Convenzione per il riconoscimento delle qualificazioni del sistema di educazione superiore nell'ambito della regione europea". L'obiettivo era quello di proporre uno strumento capace di fornire un insieme di elementi di informazione indipendenti, relativi al percorso di formazione e di qualificazione accademica e professionale degli studenti appartenenti ai diversi contesti nazionali. Tale strumento era destinato ad aumentare il grado di trasparenza internazionale e a migliorare le caratteristiche di sensibilità delle indicazioni impiegate: si trattava, in pratica, di individuare modalità standardizzate e comparabili con cui il percorso di formazione intrapreso e successivamente completato con successo da uno studente poteva essere descritto in termini di classificazione disciplinare, livello di qualificazione raggiunto, contesto educativo di riferimento e curriculum seguito.

L'iniziativa ha assunto un respiro internazionale e un rilievo particolare anche in connessione con una serie di fenomeni sociali ed economici che hanno sempre più interessato il continente europeo. In sintesi essi possono essere individuati in: a. una spiccata tendenza a rapidi cambiamenti nei sistemi di qualificazione; b. una marcata differenziazione dei percorsi e delle occasioni di formazione; c. una variegata articolazione del panorama delle professioni e degli scenari economici; d. un vigoroso impulso alle esperienze di mobilità studentesca; e. un più convinto supporto alle occasioni di formazione continua.

In tale contesto è cruciale disporre di uno strumento di ricognizione accademica e professionale in grado di individuare e descrivere le esperienze formative maturate e di proporre qualificazioni capaci di suscitare l'interesse e le motivazioni degli studenti. Questo il contesto in cui ha preso avvio l'elaborazione e la successiva sperimentazione, a livello europeo, del modello di DS. Anche se si tratta di un riferimento da cui non è possibile prescindere, gli elementi di specificità che caratterizzano la situazione del mondo accademico italiano hanno evidenziato la necessità di ampliare le riflessioni su questo strumento, inserendolo nelle dinamiche che il sistema di istruzione superiore italiano sta attualmente vivendo. E' lecito infatti immaginare che alcuni elementi che in maniera più innovativa connotano la struttura della riforma si riconnettano alle ragioni e alle esigenze che hanno dato vita al modello europeo di DS. Così come il DS si pone l'obiettivo di favorire la trasparenza e la riconoscibilità dei sistemi di istruzione superiore dei Paesi europei, sulla base degli stessi principi ispiratori nell'attuale processo di riforma italiano viene introdotto il concetto di supplemento al diploma, come strumento essenziale per la descrizione del curriculum dello studente.

Diventa allora importante maturare gli opportuni collegamenti capaci di integrare nel modello concettuale che sta alla base del progetto europeo le esigenze evidenziate dalla legge di riforma: in pratica, si tratta di inserire la problematica del supplemento al diploma in uno scenario più ampio, che tenga conto di fattori quali la mobilità internazionale e gli strumenti per favorirla e sostenerla. Ma accanto a questa occorre tenere conto anche delle finalità che emergono dal mondo del lavoro: sempre più frequenti stanno diventando le richieste di documentazione in grado di descrivere il profilo delle competenze acquisite durante il percorso di formazione. Infine, sta emergendo come impegnativa e ineliminabile l'esigenza di una forte integrazione del sistema di certificazione delle esperienze ai diversi livelli del sistema universitario italiano: è solo immaginando questo schema di riferimento concettuale che è possibile progettare gli strumenti amministrativi in grado di dirigere la mobilità degli studenti nello sviluppo del loro progetto accademico e professionale.

I due elementi concettuali che emergono dalla recente normativa sull'autonomia universitaria sono i seguenti:

a. il percorso di formazione dello studente che ha ottenuto il diploma di laurea deve essere certificato da un documento in grado di descrivere, con specifico dettaglio contenutistico, il curriculum seguito;

b. il modello di riferimento, sulla cui base elaborare le proposte per la realizzazione di un supplemento al diploma per lo studente italiano, deve essere quello che sta per essere adottato dai sistemi universitari europei, nell'ambito del progetto DS.

Come abbiamo già anticipato, tre sono i contesti in cui appare importante costruire una adeguata documentazione del percorso di formazione:

a. la mobilità nazionale degli studenti o dei laureati entro il sistema universitario;

b. la mobilità internazionale degli studenti o dei laureati;

c. la trasparenza dei percorsi didattici svolti dai laureati nei confronti del mercato del lavoro.

Per quanto riguarda il contesto (a), fino ad oggi la mobilità si è realizzata con procedure di tipo "empirico" e senza il riferimento ad un modello capace di tradurre in maniera agile le esperienze formative a livello nazionale. La partenza dei cicli di studio prevista dall'autonomia universitaria nell'a.a. 2001/2002 rende indilazionabile la messa a punto di un sistema di certificazione in grado di rendere "trasparenti" e di ponderare i contenuti disciplinari e le esperienze didattiche in cui si articola la formazione dello studente, in modo da rendere rapido il calcolo dei crediti o dei debiti formativi nel passaggio da una sede all'altra, da un ciclo di studi all'altro, da classi di studio ad altre classi di studio.

La situazione che si è venuta a creare con l'attuazione del DM 509/99 impone inderogabilmente il ricorso a questa nuova certificazione. Si pensi, ad esempio, all'autonomia che i diversi atenei possono vedersi riconosciuta nel denominare i corsi di studio che essi offrono e, all'interno di questi, nella intitolazione dei moduli didattici che li compongono. Con quali strumenti la formazione maturata ed acquisita in un ateneo può essere monitorata e opportunamente valorizzata in un altro ateneo, quello dove lo studente intende, ad esempio, perfezionare il proprio profilo scientifico o professionale? In che maniera un percorso di formazione di primo ciclo può essere recuperato e più o meno integralmente riconosciuto nelle fasi di passaggio ad un corso di laurea specialistica? A nostro parere, solo con l'adozione di un modello di certificazione definito e concordato a livello nazionale problemi come quelli appena sopra citati possono trovare una soluzione.

Per quanto riguarda il contesto (b), da tempo le università italiane partecipanti alla rete europea per gli scambi di studenti e docenti nel progetto Socrates/Erasmus stanno sperimentando modalità per il trasferimento di crediti (ECTS). Nell'immediato futuro è prevedibile che gli atenei europei collegati regolino il flusso in entrata e in uscita sulla base di un vero e proprio sistema europeo di crediti, estendibile anche ad esperienze di apprendimento acquisite al di fuori del sistema universitario, ad esempio riconoscendo altri canali formativi o esperienze di lavoro documentate. In Italia questo passaggio dovrebbe essere favorito:

a. dall'art. 5 del DM 509/00 che introduce il credito formativo universitario, inteso, in conformità al sistema ECTS, come l'unità di "misura del volume di lavoro di apprendimento, compreso lo studio individuale, richiesto ad uno studente (..) per l'acquisizione di competenze ed abilità nelle attività formative previste dagli ordinamenti didattici dei corsi di studio". Tale sistema dovrebbe essere esteso al riconoscimento di "conoscenze ed abilità professionali certificate ai sensi della normativa vigente in materia, nonché di altre conoscenze ed abilità maturate in attività formative di livello postsecondario, alla cui progettazione e realizzazione l'università abbia concorso";

b. dal processo di modularizzazione della didattica, che dovrebbe consentire di trasformare gli attuali "insegnamenti" in unità didattico-scientifiche più compatte, finalizzate ad obiettivi formativi precisi (descritti in termini delle conoscenze ed abilità da acquisire) ed incentrate sui contenuti qualificanti, in maniera tale da rendere i percorsi formativi più flessibili nel loro sviluppo e più trasparenti nella loro definizione.

Per il contesto (c), infine, anche il mondo del lavoro avverte l'esigenza di conoscere meglio le caratteristiche culturali e professionali del laureato, al di là della sola denominazione del corso di studi seguito e delle valutazioni ottenute. Questo tipo di informazione diviene essenziale sia per un corretto inserimento del neolaureato nei processi produttivi, sia per una definizione più rapida di eventuali periodi di formazione aggiuntiva. Tale esigenza appare fondata sia nel caso di ingresso nel mondo del lavoro nazionale, sia, a maggior ragione, in quello internazionale. In questo ambito specifico sembra quindi molto interessante acquisire una certificazione che dia conto anche delle competenze acquisite dallo studente oltre che delle conoscenze erogate nel corso di studi. In questa direzione si muovono esperienze intese a raccordare le caratteristiche del percorso di formazione alle esigenze di documentazione delle competenze maturate e spendibili nel mercato del lavoro e delle professioni. Un esempio le basi di dati sui laureati predisposte dalle Università in forme autonome o consorziate (ad es. Alma Laurea).

 

FINALITA' E OBIETTIVI

 

Il gruppo di lavoro CRUI sul Diploma Supplement (DS) ha iniziato le sue attività nel mese di ottobre 2000 e si è dedicato alla definizione di tre questioni principali:

1. l'adattamento del modello di DS adottato a livello europeo alle peculiarità del sistema universitario italiano, mediante una nuova traduzione in lingua italiana del testo del modello, la revisione della terminologia di riferimento e l'elaborazione di una serie di note esplicative destinate a chiarirne tutti i punti

2. la definizione di elementi informativi aggiuntivi allo schema europeo di DS, che diano attuazione al dettato dell'art. 11 comma 8 del D.M. 509/99, fornendo informazioni sostanziali sui contenuti dei programmi di studio attuati.

3.l'implementazione del progetto europeo di adozione di un modello comune di DS, con particolare riferimento alla valutazione del software di gestione del DS elaborato da un gruppo di lavoro portoghese per conto della Commissione Europea
 

METODOLOGIA DI LAVORO

 

1) Adozione dello schema di DS in Italia: adattamento del modello europeo

L'attuale fase di diffusione e di promozione del Diploma Supplement in Europa vede la disponibilità del modello di Diploma, nella forma di una struttura di certificazione già definita e approvata, che può essere adottata dalle università interessate; di questa struttura esiste una versione in lingua inglese, completa di note esplicative, sulla base della quale sono state realizzate traduzioni in tutte le lingue ufficiali dell'UE. Il Gruppo di lavoro ha peraltro verificato che la traduzione italiana elaborata a livello europeo non consente una utilizzazione efficace del DS ed ha pertanto proceduto ad una verifica che non si è limitata ad una traduzione letterale del modello inglese, ma che ha adottato la specifica terminologia italiana in materia anche in relazione alla normativa sull'autonomia universitaria recentemente entrata in vigore; accanto a questa rielaborazione della traduzione si è anche proceduto a stendere ulteriori note esplicative per la compilazione del DS. Va osservato al riguardo che il Gruppo di lavoro si è riferito esclusivamente ai corsi di studio previsti dal D.M. 509/99, per i quali il medesimo decreto prevede per le università l'obbligo di un supplemento al diploma, senza perciò elaborare proposte in merito ai vecchi cicli di studio. Il Gruppo di lavoro ha quindi operato una revisione del modello di DS europeo, elaborando una serie di strumenti di lavoro, allegati al presente documento:

una più efficace traduzione italiana del modello di DS, con una serie di note esplicative aggiuntive per la compilazione delle certificazioni;

2) Definizione di elementi aggiuntivi rispetto al DS

Il Gruppo di lavoro ha cercato di contemperare le due esigenze poste dall'art. 11, comma 8, del DM 509/99 e cioè di fornire uno schema di DS che sia conforme ai modelli europei e, più specificamente, all'unico modello attualmente disponibile, cioè quello proposto a conclusione del progetto pilota europeo, e che dia anche indicazioni relative ai contenuti disciplinari previsti dai vari percorsi didattici. Sulla base di questa esigenza di fondo ci si è mossi su una ipotesi di lavoro che prevede di collegare il Supplemento al diploma con una documentazione più generale predisposta dai vari atenei, che dovrebbe essere richiamata nel certificato stesso tramite apposite codifiche da inserire per tutti i moduli didattici svolti nell'ambito del curriculum dello studente, ferma restando l'opportunità di personalizzare le certificazioni rilasciate agli studenti con una documentazione integrativa che fornisca per ciascun modulo didattico seguito la descrizione contenuta nei fascicoli informativi di Ateneo, al fine di evitare che, con il passare del tempo, divenga sempre più difficile reperire i materiali informativi di Ateneo.

Secondo l'ipotesi formulata, ogni università dovrebbe quindi predisporre, parallelamente all'adozione del DS, una guida generale della sua offerta formativa, sulla base del modello fornito dai fascicoli informativi ECTS, già positivamente collaudati da vari atenei, sia in italiano che in inglese. Le codifiche inserite nel DS per ogni modulo didattico o attività formativa svolta dal singolo studente rimanderebbero alla descrizione fornita dalla guida all'offerta formativa di Ateneo, consentendo, almeno in fase transitoria, di ottenere informazioni specifiche sulle attività didattiche svolte dallo studente; si raccomanda comunque vivamente ad ogni università di personalizzare il DS di ogni studente fornendo in allegato alle singole certificazioni la descrizione dei moduli didattici compresi nel curriculum dello studente. Si richiama inoltre l'attenzione sulla opportunità di integrare chiaramente la definizione dei contenuti generali previsti dai corsi di studio con il curriculum effettivamente seguito dallo studente, utilizzando a tal fine le informazioni richieste, rispettivamente, nei punti 4.2 per la descrizione generale e 4.3 per il curriculum del singolo studente. Il sistema proposto offrirebbe i seguenti vantaggi:

 

3) DS europeo ed elaborazione software
La campagna europea di promozione del DS, che terminerà nel mese di aprile 2001, è stata condizionata in maniera rilevante dal problema dell'elaborazione di un software di gestione unico, in grado di fornire alle università che adotteranno il DS uno strumento efficace, capace di produrre in maniera rapida ed automatica la certificazione, attingendo alle banche dati di segreteria dei vari atenei. Allo stato attuale non sembra ancora disponibile un prodotto definitivo in grado di consentire alle amministrazioni universitarie di compilare e rilasciare le certificazioni con procedure completamente automatizzate sulla base delle informazioni presenti nelle banche dati contenenti i curricula degli studenti. Il modello di software presentato nel mese di ottobre 2000 a cura di un gruppo di lavoro portoghese incaricato dalla Commissione Europea sembra infatti ancora lontano da una funzionalità efficace ed ha ricevuto critiche piuttosto severe nei test effettuati da numerose università europee (si veda anche l'all. 5). A monte del problema più squisitamente tecnico della funzionalità del software esiste però ancora una insufficiente definizione dell'aspetto linguistico. Infatti il modello di software presentato a Bruxelles poneva i seguenti problemi:

La successiva revisione del software operata dal gruppo di lavoro portoghese ha solo parzialmente risolto alcuni dei problemi sopra elencati, lasciando però inalterate le perplessità sulla funzionalità complessiva del software. Sulla base di queste valutazioni e della difficoltà di costruire uno strumento tecnico uniforme, il Gruppo di lavoro CRUI-MURST considera inadeguato il software prodotto a livello europeo e comunque impraticabile qualunque altro tipo di sofware unico specifico e ritiene invece opportuno suggerire alle università italiane che adotteranno il DS di prevedere funzionalità specifiche all'interno dei propri sistemi informativi delle segreterie studenti, che siano in grado di elaborare in forme completamente automatiche il DS sia in lingua italiana che nella lingua straniera prescelta.
 

CONSIDERAZIONI FINALI

A conclusione delle proprie attività il Gruppo di lavoro formula le seguenti proposte al MURST e alla CRUI:

Allegati

All. 1
Diploma Supplement / Supplemento al Diploma

All. 2 Schema del sistema universitario in Italia

All. 3 Modello di descrizione dell'offerta formativa di ateneo Information Package

 

La riorganizzazione dei corsi di studio attualmente in corso offre l'occasione per una completa ristrutturazione dei materiali informativi dell'ateneo, che consenta l'elaborazione di un unico documento bilingue per una varietà di scopi sia interni che internazionali. L'utilizzazione di uno schema standard, mutuato dal fascicolo informativo ECTS ed opportunamente modificato per incorporare le peculiarità nazionali, potrebbe creare utili sinergie ed economie non trascurabili. Si riporta qui di seguito una proposta di schema che sembra consentire un'ampia gamma di utilizzazioni, incluso il collegamento con il Diploma Supplement

 

CONTATTI

Il Gruppo di Lavoro CRUI-MURST (2000-2001):

Prof. Paolo De Paolis, Università di Cassino, Promoter Nazionale diploma supplement depaolis@unicas.it

Prof. Luciano Arcuri, Università di Padova, Promoter Nazionale diploma supplement
luciano.arcuri@unipd.it

Prof. Paolo Atzeni, Università Roma Tre
Prof. Andrea Cammelli, Università di Bologna
Dr.a Antonella Cammisa, Servizio per l'Autonomia Universitaria e gli Studenti MURST
Dr. Enrico Carbonetti, Servizio Sistema Informativo e Statistico MURST

Dr. Carlo Finocchietti, CIMEA della Fondazione RUI
cimea@fondazionerui.it

Prof.ssa Maria Sticchi Damiani, Delegato Nazionale Sotto-Comitato Erasmus
msticchi@mclink.it