"C.I.S.L. INFORMA" - 9 -

Anno domini 2009 – attività negoziale … e dintorni

Mozione finale II Congresso Federazione CISL Università

Giovedi 2 aprile si è concluso il Secondo Congresso della Federazione CISL Università con l'elezione dei nuovi organismi statutari.

La Struttura Provinciale Viterbese grazie al rispetto del ruolo di politica sindacale sviluppato negli scorsi anni e agli ottimi rapporti di collaborazione con gli Atenei della Regione Lazio ha visto riconosciuto il proprio impegno con l'elezione di Luigi Bonori e Roberto Rapiti nel Consiglio Generale Nazionale.

Nell'augurare ai neo eletti un proficuo lavoro riportiamo di seguito la Mozione Finale approvata dal congresso.

MOZIONE FINALE

La Federazione CislUniversità si è riunita nei giorni dal 31 marzo al 2 aprile 2009 in Montesilvano per la celebrazione del II Congresso Nazionale, concluso con l’intervento del Segretario generale confederale, Raffaele Bonanni, che ha rimarcato il valore dell‘Università e dell’alta formazione come elemento strategico del Paese a sostegno dell‘azione intrapresa dalla Federazione nell‘ambito del suo spazio di autonomia. Agli adempimenti statutari hanno fatto seguito la relazione introduttiva del Segretario Generale uscente e i saluti delle autorità politiche, istituzionali e sindacali invitate, le quali hanno accompagnato i saluti con contributi di particolare interesse sui temi che riguardano l’università nel momento attuale. I delegati al Congresso, sulla base della relazione introduttiva, hanno posto in essere un intenso e fecondo dibattito al termine del quale hanno votato all’unanimità le presente mozione.

1) La attuale congiuntura economica impone all’università italiana di riscoprire i contenuti della sua missione e al sindacato di rivalutare il proprio ruolo, come espressione della cultura della solidarietà e della partecipazione. Proprio in questo momento occorre realizzare ogni sforzo per investire con maggior intensità nella ricerca e nella didattica, avendo presente il futuro dei giovani e la loro esigenza occupazionale. Occorre rimarcare, tuttavia, che la politica governativa dei tagli, decisa prima che si manifestasse pienamente la gravità della crisi economica, non favorisce la politica degli investimenti e comprime la missione delle università.
2) In questo scenario economico, difficile e preoccupante, il sindacato è consapevole della necessità che le università intraprendano una seria riflessione sulla adozione di uno stile di sobrietà, ma al tempo stesso si propone come soggetto deputato alla difesa della dignità del lavoro e del bisogno occupazionale. Occorre contenere in tutti i modi gli effetti negativi della attuale congiuntura, per garantire la realizzazione del bene comune; si esce dalla crisi se si rinforza il sostegno economico negli investimenti destinati all’università, che per la propria missione è uno dei punti di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
3) E’ necessario e indilazionabile realizzare un vero cambiamento nelle università e nel sistema universitario. Tuttavia, questo cambiamento non può comportare la marginalizzazione del valore della autonomia, né può passare per il discredito delle università. La Federazione Cisl Università stigmatizza la campagna di discredito delle università, attraverso la enfatizzazione di fatti estremamente negativi che andrebbero perseguiti per fare chiarezza e per tutelare coloro (docenti, personale tecnicoamministrativo, studenti) che all’università dedicano ogni sforzo e impegno utile.
4) La Federazione Cisl università è decisamente contraria alla politica dei tagli, che mette in serio pericolo, specialmente per gli anni 2010 e 2011, la stessa sopravvivenza delle università, ostacola il sistema della autonomia e impedisce ogni forma di sviluppo e di progresso. Basti considerare che in virtù dei provvedimenti legislativi approvati il comparto universitario in un triennio (2009-2011) subirà una impressionante perdita superiore al 10% del finanziamento ordinario. Si aggiunga che per l’AFAM si è già registrata la perdita del 40% del finanziamento ordinario. Pertanto, chiede al governo di rivedere la politica dei tagli e di realizzare una coraggiosa scelta di programma che punti sugli investimenti.
La legge delega n.15/2009 richiede una applicazione equilibrata e non animata da pregiudizi e condanne preventive. Solo un meccanismo di concertazione con le parti sociali e soprattutto interministeriale (in particolare tra i Ministeri dell’economia, della funzione pubblica e IUR) può consentire l’emanazione di decreti legislativi che rispondano nel miglior modo possibile ai bisogni del Paese in questo periodo congiunturale. La politica della concertazione si rende necessaria proprio per la specificità del comparto universitario.
5) La contrattazione, come strumento imprescindibile per il governo delle carriere del personale deve essere alla base del nuovo modello delle relazioni contrattuali, applicato alla peculiarità del sistema universitario. In questa prospettiva la Federazione Cisl Università stigmatizza i tentativi di ridimensionare il valore e la funzione del contratto anche attraverso il progetto di accorpamento delle categorie contrattuali, con il risultato di negare le specificità, cosa che costituisce una conquista di valore per il Paese.
6) Nel ridefinire il nuovo CCNL triennale, dovranno essere proposte soluzioni innovative per rispondere meglio ai bisogni di certezza dei lavoratori attraverso l’adozione di un testo contrattuale, che ribadisca e garantisca pienamente i diritti e definisca precisamente i doveri, al fine di realizzare una maggiore partecipazione del sindacato al riassetto organizzativo, dal quale possono derivare risorse aggiuntive da utilizzare nella contrattazione di secondo livello.
7) La Federazione Cisl Università, inoltre, si oppone alla reintroduzione del pensionamento di ufficio al compimento dei 40 anni di servizio contributivo allo scopo di ripianare in modo improprio i bilanci universitari, in quanto si configura come provvedimento anticostituzionale, minando la dignità stessa del lavoro e i principi di eguaglianza. Ribadisce la necessità che, in ragione della specificità del sistema universitario, tutto il personale sia escluso dalla applicazione del criterio contributivo ai fini pensionistici. In particolare, i ricercatori universitari devono essere equiparati ai “professori e magistrati” nella applicazione prevista dalla norma richiamata.
8) La Federazione Cisl Università ribadisce il valore pubblico imprescindibile dell’università italiana e dei titoli di studio rilasciati e l’importanza della autonomia sancita dalla legge 168/1989, che trova il suo fondamento nella tutela costituzionale della libertà di insegnamento e di ricerca scientifica. La federazione vede con preoccupazione il progetto di un assetto centralista, sviluppato a tutti i livelli, contrastante sia con le linee di un sano federalismo sia con i principi di autodeterminazione delle università, nell’esercizio di una piena responsabilità gestionale, didattica, amministrativa.
Chiede, quindi, che il Parlamento emani la legge sulla governance universitaria, disciplinando la responsabilità gestionale all’interno del principio della autonomia.
Nell’ottica della autonomia deve essere definito il sistema della valutazione, che deve riguardare i risultati e non il processo. La valutazione, inoltre, deve essere terza per tutti i livelli (a livello di ateneo e a livello nazionale) e deve operare sulla base di criteri oggettivi e chiari, definiti non in assoluto, ma tenendo conto delle peculiarità di ateneo e di area scientifica.
La governance universitaria, senza perseguire progetti di centralismo, deve favorire una prospettiva di semplificazione dei processi e introdurre regole chiare e trasparenti.
9) E’ necessario riformare con urgenza lo stato giuridico della docenza universitaria (compresa la sua contrattualizzazione) che deve essere considerata unitaria nelle sue funzioni, risolvendo in tale contesto definitivamente l’annosa questione dei ricercatori universitari. Nella riforma devono essere considerati alcuni punti: scrivere una carta dei diritti e dei doveri; introdurre la retribuzione di ateneo legata a parametri di produttività contrattati a livello di ateneo; separare il reclutamento dall’avanzamento di carriera, che deve essere distinto in livelli o fasce distribuite per retribuzione e competenze alle quali accedere attraverso valutazione; disciplinare i concorsi in due fasi, quella della valutazione della idoneità a livello nazionale e quella di ateneo, che provvede alla chiamata e assunzione sulla base di criteri generali. Il concorso nazionale deve essere l’unico strumento di accesso alla carriera universitaria, rivedendo il sistema delle convenzioni didattiche con persone dotate di profili professionali elevati.
10) Le Facoltà di medicina devono conservare la loro fisionomia e natura di strutture universitarie e i rapporti con il Servizio Sanitario, rifiutando l’omologazione dei policlinici alle aziende ospedaliere, devono conservare alle Facoltà la specificità della loro missione formativa e di ricerca. Occorre, quindi, rivedere il regime delle incompatibilità; definire più compiutamente le modalità di esercizio delle attività intramoenia; mantenere lo stato giuridico universitario del personale docente e tecnicoamministrativo. La Federazione chiede, pertanto, che si provveda con urgenza e chiarezza, in considerazione del fatto che la sperimentazione realizzata alla luce del d.lgs 517/99 ha presentato forti elementi di criticità e incompiutezza, favorendo inaccettabili fughe in avanti (come ad esempio forme improprie di privatizzazione di strutture pubbliche). La federazione rivendica il diritto a partecipare ai momenti di riscrittura delle regole per la definizione dei rapporti tra università e Regioni concernenti le Facoltà di medicina. Sollecita l’emanazione dei decreti sugli ordinamenti didattici ai sensi del dl 270 e sulla base delle indicazioni delle OO.SS. riprese dal tavolo tecnico dell’osservatorio delle Professioni Sanitarie, senza stabilire affinità con altri settori scientificodisciplinari.
11) La federazione Cisl Università ritiene assolutamente urgente e non più dilazionabile affrontare i nodi della definitiva collocazione dell’AFAM nell’ambito del terzo settore e della riforma del contratto non ancora sottoscritto e funzionale alla stessa riforma nella valorizzazione delle professionalità del personale docente e tecnico-amministrativo. Si rende necessario un confronto serrato con il governo ai fini della emanazione dei decreti attuativi della legge di riforma n. 508/99, ancora mancanti, con particolare riferimento: ai nuovi ordinamenti didattici, allo sviluppo del sistema, al reclutamento del personale. Inoltre, è assolutamente necessario rivedere la governance e gli assetti gestionali, sostenendo e sviluppando la piena autonomia delle istituzioni e degli organi da queste espresse. E’ necessario rivedere il DPR 132 al fine di assicurare la presenza del personale tecnico-amministrativo negli organi collegiali.
12) La Federazione avverte il dovere di porre al centro della sua azione anche la condizione di tutti quei giovani che in forma precaria e a vario titolo partecipano alle attività amministrative, didattiche e di ricerca nelle Università e nell’Afam. In particolare per l’AFAM occorre definire il percorso di stabilizzazione del personale precario su posti vacanti, cosa che non comporta nessun onere aggiuntivo. Le varie forme di precariato costituiscono un punto oscuro nella vita delle strutture di alta formazione in quanto atenei e strutture Afam assolvono ai compiti istituzionali con il lavoro dei precari, perpetrando una palese e insopportabile ingiustizia. E’ urgente provvedere a rimettere in funzione il progetto di tutela della loro dignità di lavoratori, mirando a garantire anche a loro i diritti fondamentali riconosciuti a tutti i lavoratori.
13) Le relazioni all’interno del rinnovamento strutturale realizzato dalla Federazione Cisl università esigono la capacità di tutti di realizzare nella maniera più compiuta possibile una sinergia interpersonale in modo che i diversi livelli di responsabilità possano contribuire alla piena partecipazione di tutti alla vita sindacale e al coordinamento delle condivise strategie di azione. Questo renderà più visibile la peculiarità del comparto università, che deve continuare a conservare la propria autonomia anche all’interno della Confederazione.
14) La Federazione Cisl Università ritiene fondamentale l’unità sindacale, come espressione della autonomia dei lavoratori e della dignità del lavoro. Per questo, nel rispetto reciproco e delle proprie identità , continuerà a operare con lealtà e trasparenza per la realizzazione di progetti e impegni condivisi, al di fuori dei vincoli imposti da indebite interferenze o appartenenze politiche, nella convinzione di quanto sia importante ciò che unisce.
Il Congresso Nazionale, in conclusione, affida a tutti gli iscritti e in particolare alla nuova dirigenza, che per il prossimo quadriennio guiderà la Federazione Cisl università, i punti sopra indicati, impegnandola a mettere in atto azioni strategicamente rivolte alla loro realizzazione, ispirandosi ai principi della autonomia e della partecipazione democratica quali fondamenti della azione sindacale e dei lavoratori, che ha come obiettivo la tutela dei lavoratori e della dignità del lavoratore come partecipazione al progresso di tutto il Paese.
Montesilvano-Pescara, 2 aprile 2009.

                                  Federazione Provinciale CISL Università