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Anno domini 2008 – attività negoziale … e
dintorni
Contratto: perchè non si
chiude
La trattativa per il rinnovo del contratto
università si è presentata fin dall’inizio come molto difficile.
L’atto d’indirizzo è stato emanato con forte ritardo e contiene proposte
riduttive e, spesso, inaccettabili.
CGIL, CISL e UIL vogliono alcune norme che migliorino il contratto in vigore e
rivendicano risorse aggiuntive per implementare ulteriormente retribuzioni e
fondi.
Questa proposta è l’unica praticabile.
I sindacati che propongono di chiudere la sola parte economica agitano una
soluzione che peggiora le cose: infatti, per farlo sarebbe necessario – oltre
che il consenso del Comitato di settore e del Governo - un nuovo atto
d’indirizzo, quindi si allungherebbero ulteriormente i tempi senza alcuna
certezza. Inoltre l'incremento salariale sarebbe il più basso di tutto il
Pubblico Impiego.
La CRUI ha proposto di: irrigidire i passaggi orizzontali con un complicato
sistema di valutazione delle professionalità; impedire i passaggi verticali in
assenza del titolo di studio richiesto dall’esterno; non modificare gli artt.
28, 29 e 30 (Aziende Ospedaliere Universitarie) anche se la sperimentazione di
questi anni ha evidenziato alcuni punti deboli; usare lo 0,5% destinato al
salario accessorio per le indennità di produttività; continuare ad utilizzare
il lavoro precario; inquadrare tutti i CEL e i Lettori di madrelingua nelle
categorie del personale TA senza riconoscerne il ruolo fin qui svolto
nell’insegnamento delle lingue straniere; peggiorare i contratti già esistenti
nello scrivere il testo unico delle norme contrattuali.
CGIL, CISL e UIL propongono di:
- attivare i passaggi orizzontali ogni anno, con un requisito di anzianità di 2
anni fissando una data certa da cui è calcolato il passaggio;
- attivare i passaggi verticali ogni anno, con una data certa in cui espletare
la procedura valorizzando il riconoscimento dell’esperienza acquisita;
- migliorare gli articoli che riguardano i lavoratori e le lavoratrici delle
aziende ospedaliere universitarie;
- usare lo 0,5% - destinato al salario accessorio - per aumentare le indennità
fisse e ricorrenti (indennità d’ateneo e indennità mensile);
- acquisire risorse aggiuntive, come già avvenuto per altri contratti;
- garantire che l’indennità mensile (art. 41) sia data a tutti ed in tutte le
Università;
- frenare il ricorso al precariato e garantire a questi lavoratori i diritti;
- assicurare ai Lettori e CEL il riconoscimento del loro ruolo e della
specifica funzione;
- scrivere il testo unico dei CCNL migliorando le norme che hanno creato, in
questi anni, problemi nell’applicazione del CCNL in molti Atenei.
L’ARAN e la CRUI hanno chiesto tempo per dare una risposta che possa far
chiudere rapidamente il contratto. Ma non si può attendere troppo!!!
A fronte di una risposta negativa alle nostre richieste, proclameremo immediate
iniziative di mobilitazione.
Per sostenere le richieste di CGIL, CISL e UIL, le segreterie nazionali
promuoveranno una tornata di assemblee in tutti gli Atenei per illustrare la
situazione della trattativa e le proposte del Sindacato.
Cisl Università Viterbo
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Interventi negativi per l'Università
Da una lettura della documentazione in
nostro possesso sulle decisioni del Governo in tema di rilancio economico del
Paese notiamo con disappunto che l’unico provvedimento per l’Università
pubblica è la possibilità di trasformarsi in fondazione privata.
Il Ministro dell’Università e Ricerca, nella mattinata del 18 c.m., davanti
alla platea qualificata del CUN aveva promesso un impegno prioritario per
potenziare l’alta formazione e la ricerca scientifica; nel pomeriggio il
Ministro Tremonti in pochi minuti ha “liquidato” ogni aspettativa parlando solo
di tagli per tutta la Pubblica Amministrazione.
Non essendoci, al momento, documentazione ufficiale non sappiamo con certezza
assoluta di quanto verranno decurtati i finanziamenti per gli Atenei, ma vista
la premessa, ci aspettiamo ulteriori sorprese spiacevoli.
Dobbiamo contrastare la deriva pericolosa presa dai Ministri Brunetta e
Tremonti nei confronti del Pubblico Impiego perché le “politiche punitive” non
possono portare risultati utili a nessuno, né ai lavoratori né ai cittadini né,
tanto meno, allo Stato.
La CISL si è sempre fatta carico dei problemi reali che affliggono il Paese, ma
non si deve “tirare troppo la corda” perché siamo pronti ad una forte
mobilitazione per difendere il ruolo pubblico e l’autonomia costituzionale
dell’Università, le conquiste contrattuali dei lavoratori, il diritto allo
studio per tutti.
IL SEGRETARIO
GENERALE
(Antonio Marsilia)
"C.I.S.L. INFORMA" - 12 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e
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Comunicato del 3 Luglio 2008
Sulla Gazzetta
Ufficiale è stato pubblicato, con validità immediata, il decreto legge 25
giugno 2008, n. 112 (reperibile sul nostro sito) avente per oggetto
"Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivita, la stabilizzazione della finanza pubblica e
la perequazione tributaria"; a nostro avviso detti obiettivi altisonanti
non si recepiscono facilmente nell'articolato di legge perché sostanzialmente è
un'elencazione di "tagli", massicci e generalizzati, dei
finanziamenti connessi al funzionamento della P.A. sia per il 2008 che per gli
anni futuri.
Chiaramente non ci ritroviamo nelle "ricette" del Governo (e
soprattutto del Ministro Brunetta) perché riflettono unicamente un progetto
contabile, miope e velleitario nello stesso tempo, perché non si guarda al
futuro (altrimenti non si capisce la penalizzazione di Scuola, Università e
Ricerca) e perché si vuole "cambiare tutto e subito nel lavoro
pubblico" senza neppure porsi il problema delle importanti specificità
organizzative di diversi settori che li rendono difficilmente comparabili.
L'aspetto più deleterio è quello
illustrato dall'art. 16 che permette ai singoli Atenei di trasformarsi in
Fondazioni di diritto privato; in questo modo graveranno di meno sul bilancio
dello Stato e potranno "ricevere" donazioni da parte dei privati al
fine di migliorare la qualità della didattica e della ricerca.
Ma oggi non è già possibile ai privati finanziare l'Università? Evidentemente
sì perché abbiamo già Atenei "privati" anche se molto costosi per i
loro studenti.
Per quanto ci
riguarda diciamo un secco e risoluto "NO" a questa ipotesi e faremo,
in ogni luogo, un'opposizione forte all'Ateneo "Fondazione" perché, a
differenza di altri pareri, noi siamo sicuri che ci sarebbe un depauperamento
generale per tutti gli Atenei poiché gli eventuali finanziamenti dei privati
sarebbero scarsi e destinati ad una minoranza delle Istituzioni. Non sarebbe
più garantito il diritto allo studio, seppure nelle forme attuali modeste,
sull'intero territorio nazionale. Il personale tecnico amministrativo (ma non
si può escludere neppure la docenza) dovrebbe passare dal rapporto di lavoro
pubblico a quello privatistico con tutte le negatività connesse, in primis la
precarietà dell'impiego.
Secondo aspetto dirompente per
l'Università, e per tutto il Pubblico Impiego, è quello regolamentato dall'art.
66, "turn over", che riduce drasticamente
l'occupazione prevedendo per ogni 10 cessati due sole assunzioni: 1 "ex
novo" e 1 dalle procedure delle stabilizzazioni dei precari. Questo,
a nostro avviso, è l'aspetto più squallido e punitivo della "filosofia Brunetta-Ichino" secondo cui i lavoratori
pubblici sono fannulloni, sono troppi e vanno ridimensionati (ovviamente
insieme ai sindacalisti che li tutelano!). Ma non solo vengono drasticamente
ridotti gli organici, che comporteranno inevitabili tagli nei servizi erogati
all'utenza, ma vengono pure sottratti all'Università i risparmi di spesa
corrispondenti ai posti non ricoperti poiché l'FFO sarà ridotto, dal 2009 al
2013, di oltre 1440 milioni di euro. Ma vi è un altro aspetto decisamente
penalizzante per i lavoratori universitari poiché l'art. 69 prevede che dal 1°
gennaio 2009 gli scatti biennali, relativi alle carriere dei singoli docenti
universitari, saranno trasformati in triennali ovviamente con lo stesso importo
percentuale; si tratta di una "decurtazione" inaccettabile sia per i
docenti che per gli Atenei a cui vengono "requisiti" dal Ministro
Tremonti tutti i soldi "risparmiati" con tale operazione.
Come
certamente sarete a conoscenza, in pari data all'emanazione del presente
decreto, il Consìglio dei Ministri ha varato un
disegno di legge delega avente per oggetto la modifica delle norme contrattuali
connesse al modello luglio 1993 e del decreto legislativo 165/2001, anticipando
in senso unilaterale e riduttivo le conquiste sindacali dei lavoratori
pubblici. Nelle more legislative il decreto in esame interviene su alcuni
aspetti del rapporto di lavoro esistente.
L'art. 41 modifica l'articolato esistente in
tema di orario di lavoro (riposi giornalieri e settimanali, orario notturno,
sanzioni); ma per l'Università non dovrebbe essere troppo penalizzante.
L'art. 46 vuole ridurre le collaborazioni
e le consulenze nella P.A. che, a volte, sono necessarie nella ricerca.
L'art. 63, tra molti altri provvedimenti,
dispone il finanziamento di 2.740 milioni di Euro per il biennio 2008/2009 del
comparto Ministeri (che è largamente insufficiente rispetto all'inflazione di
riferimento), ma non dispone alcun impegno per il finanziamento del contratto
per gli altri settori del P.I.
L'art. 67 ribadisce che per l'Università permane in vigore
il tetto relativo ai finanziamenti destinati alla contrattazione integrativa
che è quello certificato per l'anno 2004 ma ridotto del 10%. L'importo della riduzione di spesa
suddetta dev'essere restituita al Ministero
dell'Economia e Finanze (altro duro colpo per le casse dell'Università!). Nello
stesso articolo viene modificato il decreto legislativo 165/2001 inserendo
maggiori vincoli nelle procedure ed aumentando il potere di controllo della
Corte dei Conti in tema di rinnovi contrattuali.
L'art.
70 prevede per i dipendenti della P.A. ai quali sia riconosciuta una infermità
per cause di servizio solo l'equo indennizzo escludendo l'attribuzione di
qualsiasi trattamento economico aggiuntivo.
L'art. 71 peggiora nettamente l'aspetto relativo alle assenze per malattia dei
lavoratori pubblici (e non per i privati); nei primi 10 giorni di assenza è
corrisposto solo il trattamento economico fondamentale. Dopo i 10 giorni, o
dopo una seconda assenza per malattia nell'anno solare, si deve giustificare
l'assenza con una certificazione medico dell'ASL (il medico di famiglia è poco
attendibile?!?). Le fasce orarie per il controllo medico fiscale, valide tutti
i giorni del la setti mano, diventano dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20.
"Dulcis in fundo" le assenze per malattia non danno diritto all'incentivazione,
o altre retribuzioni similari, previste dall'integrativo d'Ateneo.
L'art. 72
introduce una novità per il pensionamento (vale anche per l'Università): il
personale tecnico amministrativo (no docenti) nel corso del quinquennio
antecedente la data di maturazione dell'anzianità massima contributiva di 40
anni può presentare domanda per essere esonerato dal servizio (ma deve
raggiungere l'età minima contributiva richiesta per l'accesso alla pensione
entro l'anno solare di riferimento). La domanda d'esonero, irrevocabile, dev'essere accolta dall'Amministrazione e da diritto ad un
trattamento pari al 50% di quello complessivamente goduto (fisso ed accessorio)
al momento del collocamento in attesa; elevato al 70"% se si opera nel
volontariato.
Come
preannunciato all'inizio questa è una prima lettura critica di un provvedimento
legislativo (che dovrà comunque essere esaminato dal Parlamento entro 60
giorni) facente parte di un più ampio disegno riformistico di tutta la Pubblica
Amministrazione (incentrato sul "piano industriale" del Ministro
Brunetta e supportato da Ministro Tremanti) e, proprio per detta globalità,
oggetto di una riflessione comune di tutto il Sindacato.
Per
completezza d'informazione sul panorama, ormai convulso, di provvedimenti
governativi dobbiamo segnalare il decreto legge n. 113 del 30 giugno 2008; in
detto decreto ci sono 3 articoli che riguardano l'Università.
L'art. 12 - reclutamento dei docenti
universitari - sposta al 30 novembre 2008 i termini per l'indizione dei
concorsi da associato ed ordinario. Per i concorsi banditi dopo il 30 giugno
viene ripristinato un solo idoneo per ogni posto a concorso.
L'art. 13 - assunzione dei ricercatori -
ribadisce che le Università possono usare i 40 milioni di Euro stanziati nella
Finanziaria 2007 per l'anno 2008 (ma sono stati cancellati gli 80 milioni
previsti per il 2009) ai fini del reclutamento di giovani ricercatori.
L'art. 14 - comitato nazionale per la
valutazione del sistema universitario e comitato d'indirizzo per la valutazione
della ricerca - proroga fino al 31 maggio 2009 le funzioni del CNVSU (in attesa
di vedere che fine farà l'ANVUR).
Avremo sicuramente ampi confronti tra le
categorie e la Confederazione per trovare una valida risposta politica, comune
e condivisa da tutto il Sindacato, capace di modificare, sempre nella strategia
costruttiva tipica della CISL, le negatività presenti sia nel decreto legge
esaminato che negli altri provvedimenti governativi suddetti.
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA" - 13 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e
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Comunicato del 9 Luglio 2008
In data
odierna si è tenuto un incontro all’ARAN per riprendere la trattativa sul
contratto 2006/09 biennio economico 2006/07.
Il confronto
ha riguardato la bozza di contratto predisposta dall’ARAN che pur recependo
alcune delle richieste delle Organizzazioni Sndacali confederali, è risultata ancora
insoddisfacente su questioni che CGIL -CISL -UIL considerano essenziali ai fini
della sottoscrizione del contratto.
CGIL -CISL
-UIL hanno ribadito che l’accordo contrattuale dovrà prevedere:
- parte economica: occorre ridefinire la ripartizione degli incrementi
stipendiali previsti nella proposta ARAN e prevedere una progressiva
stabilizzazione di quote del salario accessorio. Occorre introdurre strumenti
per ampliare le risorse destinate alla valorizzazione del personale.
- Progressioni orizzontali: va introdotta la riduzione dell’anzianità
necessaria per il passaggio di gradone da 3 a 2 anni
- Sistema di valutazione: va ripristinato il sistema di valutazione previsto
dalle norme contrattuali vigenti.
- Lettori e CEL: si è stabilito il rinvio a sequenza contrattuale. Le OO.SS hanno chiesto che siano definiti con certezza i tempi
e i contenuti della sequenza.
- Aziende Ospedaliere Universitarie è necessario prevedere la concreta
esigibilità delle progressioni
orizzontali e verticali e chiarire le
questioni legate all’insegnamento nei corsi di studio delle professioni
sanitarie; in sequenza contrattuale va perfezionata e migliorata l’intera
disciplina del personale delle AOU
- tempo determinato: occorre introdurre norme contrattuali per la
trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
La chiusura rapida del CCNL sconta gli
effetti della conversione in legge del decreto-legge 112/08 che hanno immediate
ricadute su diversi aspetti del rinnovo contrattuale e su cui le OO.SS. hanno espresso un netto giudizio negativo.
CISL Università
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Malattie nella P.A.
certificate anche dai medici di base
La certificazione medica giustificativa dell’assenza
per malattia dei dipendenti della pubblica amministrazione sulla base dell'
Art. 71 del Decreto Legge 25 giugno 2008, n.112 potrà essere effettuata anche
dal medico di base. E' quanto chiarisce il parere n. 45/2008 del Dipartimento
della Funzione Pubblica.
L'Art. 71 comma 2, del decreto legge prevede che nel caso in cui la
malattia del dipendente si protragga per un periodo superiore ai dieci giorni
o, in ogni caso, dopo il secondo evento di malattia nell’anno solare, lo stato
di malattia può essere legittimamente giustificato da certificazione medica
rilasciata da una struttura pubblica (presidi ospedalieri e ambulatoriali del
Servizio Sanitario Nazionale).
Occorre però considerare, si legge nel parere, che
"secondo quanto prescritto dalle convenzioni adottate in conformità dagli
accordi collettivi nazionali stipulati secondo la disciplina dell’art.8 del D.Lgs.n.502 del 1992, in materia di regolazione dei
rapporti fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i medici di medicina generale,
questi ultimi sono tenuti al rilascio della certificazione “per incapacità
temporanea al lavoro” (Accordo collettivo nazionale del 23.03.2005)". Anche
i medici di base, pertanto, si ritiene possano produrre la certificazione
idonea a giustificare lo stato di malattia del dipendente nelle circostanze
indicate all’art.71 del decreto legge n.112/2008.
CISL Università
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IL 22 Luglio tutti
alla "Sapienza" contro il D.L. 112/08
I recenti provvedimenti del Governo e in
particolare i decreti legge n. 112 e 113 del giugno scorso contribuiscono ad
aggravare la situazione delle Università e di tutti i dipendenti, sia dal punto
di vista economico sia dal punto di vista giuridico.
Sono previsti: tagli consistenti al
finanziamento ordinario delle Università; tagli alle retribuzioni dei docenti e
del personale tecnico e amministrativo (resi ancor più pesanti dalla crescita
del tasso di inflazione monetaria); limitazione al 20 % del turn over, per gli anni 2009-2011, del personale docente e
tecnico-amministrativo, dopo due di blocco dei concorsi.
Il quadro è reso ancor più nero dalla
prospettiva della privatizzazione degli Atenei attraverso la loro
trasformazione in Fondazioni e dalla riduzione a una idoneità nelle procedure
concorsuali che saranno bandite da luglio a novembre, cosa che non viene
incontro al turn over dei docenti, con conseguente
impoverimento della offerta didattica delle Università.
Il danno che ne deriva al sistema pubblico delle
Università (che interessa sia quelle statali sia quelle non statali) è di tutta
evidenza, ma il danno economico che deriverà a ciascuno di noi non è ancora del
tutto percepito.
Soprattutto, occorre valutare il danno
grave che deriva agli studenti ai quali non potrà più essere garantita una
offerta formativa di qualità, senza le risorse economiche e umane necessarie.
Inoltre, le limitazioni poste ai concorsi per la docenza universitaria
impediscono il necessario ricambio generazionale, aggravano il problema del
precariato, non consentono il giusto riconoscimento del merito a quanti operano
nell’Università, chiudono la strada della ricerca ai giovani.
Questa situazione richiede una immediata mobilitazione
in ogni singola sede universitaria.
A livello nazionale è indetta per martedì
22 luglio 2008 alle ore 10.30 presso il Policlinico Umberto I, nei pressi della
Sapienza di Roma un’Assemblea Nazionale aperta a tutte le componenti e a tutte
le rappresentanze universitarie.
Vi invitiamo ad attivarvi e a essere
presenti all’Assemblea di Roma per testimoniare il nostro attaccamento ai
valori sui quali si sostiene la vita delle nostre Università e chiedere al
Governo che cambi rotta e tenga fede alle dichiarazioni e alle promesse fatte
pubblicamente nei vari consessi.
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA" - 16 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e
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DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE
DELL'UNIVERSITÀ
indetta da
ADI, ADU, ANDU, APU,
CISAL UNIVERSITÀ, CNRU, CNU,
CONFSAL FED.
SNALS-CISAPUNI, FEDERAZIONE CISL UNIVERSITÀ, FLC-CGIL, RNRP,
SUN, UDU e UILPA-URAFAM
L'Assemblea nazionale, tenutasi il 22
luglio 2008 nell'Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma, indetta dalle
Organizzazioni e Associazioni della Docenza e degli Studenti, ha discusso la
gravissima situazione venutasi a determinare a seguito dell'emanazione del D.L.
112 e dei provvedimenti governativi in materia finanziaria e di pubblico
impiego.
L'Assemblea nazionale assume il documento
di denuncia e di protesta delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni
del 10 luglio 2008 e condivide i contenuti delle numerosissime prese di posizione
degli Organi accademici, che in questi giorni si sono espressi duramente,
protestando contro la linea governativa di strangolamento dell'Università
pubblica.
L'opinione pubblica deve sapere che,
attraverso la riduzione dei finanziamenti, il blocco del turn over, gli espliciti intenti di privatizzazione, l'attacco
ai diritti degli studenti, dei docenti e dei tecnico-amministrativi (senza
contratto da oltre 31 mesi e con retribuzioni insufficienti), produrrà il
progressivo svuotamento degli Atenei, l'impossibilità per un'intera generazione
di giovani e di precari di entrare nei ruoli dell'Università, difficoltà per
gli studenti di accedere alla formazione universitaria a causa dell'aumento
delle tasse e delle crescenti barriere formali e sostanziali, la possibile
alienazione del patrimonio delle Università come scelta imposta per far fronte
alla mancanza di finanziamenti, la diminuzione dei servizi agli studenti e il
rischio della perdita dell'autonomia, la penalizzazione, in particolare, degli
Atenei del Mezzogiorno, già oggetto di pesanti tagli. In una parola, scomparirà
l'Università italiana come luogo pubblico di ricerca, di creazione e di
trasmissione della conoscenza come bene comune. Sarà cancellato il ruolo dello
Stato nell'alta formazione, sancito e garantito dal titolo V della
Costituzione.
Gli interventi governativi non sono un
fatto casuale e congiunturale: essi disegnano un modello che si dispiegherà nel
lungo periodo attraverso ulteriori interventi legislativi destinati a colpire e
a ridimensionare lo Stato sociale nel suo complesso. Inoltre, un ulteriore
impoverimento del sistema-paese deriverebbe dal fatto che, mancando i concorsi
per i giovani, gli aspiranti ricercatori saranno costretti a migrare verso
altri Paesi più ricettivi, contribuendo così paradossalmente a renderli più
competitivi rispetto al nostro. Contro questo disegno l'Assemblea nazionale
protesta decisamente, denunciando i guasti che deriverebbero all'intera
comunità nazionale dalla sua attuazione.
La classe politica deve ascoltare la
nostra protesta e prendere atto che essa e' fortemente congiunta alla volontà
di cambiamento delle Università. Occorre offrire soluzioni credibili per far
crescere e migliorare il sistema pubblico della formazione.
Pertanto, l'Assemblea nazionale:
-
chiede al Governo l'immediato stralcio di tutte le
norme sull'Università contenute nei provvedimenti governativi;
-
chiede al Governo che si inverta la
manovra economica, destinando alle
Università nuove risorse economiche anche al fine di bandire concorsi per
giovani, avviando così la soluzione del grave problema del precariato;
-
invita gli Atenei a sospendere l'avvio del
prossimo anno accademico, informando e discutendo con gli studenti e con il
personale tutto adeguate forme di mobilitazione;
-
invita le Università a non approvare i
propri bilanci preventivi in mancanza delle adeguate risorse economiche;
-
chiede alla CRUI, al CUN, al CNAM e al
Consiglio nazionale degli studenti una presa di posizione forte ed esplicita
per l'apertura di un confronto inteso a promuovere i veri interessi della
comunità universitaria;
-
preannuncia, a partire da settembre, un
calendario di iniziative di mobilitazione nazionali e locali, per preparare una
seconda manifestazione nazionale e arrivare, se necessario, allo sciopero di
tutte le componenti universitarie e alla sospensione di ogni attività
didattica;
-
invita tutti i lavoratori e gli studenti
delle Università a mobilitarsi congiuntamente, nella consapevolezza della
gravità della situazione attuale e delle prospettive futuro.
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA" - 17 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
Ipotesi C.C.N.L. 2006/2009 Università
Cari colleghi,
in data odierna, presso la sede ARAN, è stata siglata l’ipotesi di rinnovo
contrattuale 2006/2009 e del biennio economico 2006/2007.
I punti qualificanti dell’ipotesi
contrattuale allegata sono i seguenti:
1.
progressioni orizzontali: ai fini
della progressione economica all’interno della categoria sono stati ridotti da
3 a 2 gli anni di servizio nella posizione immediatamente inferiore ed,
inoltre, è stata fissata la cadenza annuale delle valutazioni con decorrenza
fissa dal 1° gennaio (art. 79 ipotesi CCNL);
2. Aziende Ospedaliere Universitarie: è stato puntualizzato
l’aspetto relativo alle progressioni verticali che dovranno essere effettuate
dalle AOU stesse a carico del proprio bilancio (art. 65 ipotesi CCNL).
Viene riconosciuto, grazie alla caparbia determinazione della nostra O.S., il diritto al personale tecnico amministrativo
qualificato ad avere incarichi di insegnamento nei corsi didattici delle lauree
specialistiche sanitarie (art. 54 ipotesi CCNL).
Nell’intento di migliorare l’intera disciplina specifica relativa all’AOU
(ed alle Aziende Ospedaliere integrate
con l’Università), per cui al momento non esistono indirizzi politici ed
economici da parte del Comitato di settore, si rinvia la materia ad una
sequenza contrattuale apposita (art. 70 ipotesi CCNL);
3. su nostra richiesta è stata istituita una Commissione Paritetica fra
Amministrazione ed OO.SS. con il compito di
migliorare le condizioni organizzative e gestionali dei lavoratori disabili
(art. 7 ipotesi CCNL);
4. altro aspetto, sul quale ci siano fortemente spesi, è stato quello relativo
ai compensi derivanti dall’attività in conto terzi o da programmi comunitari.
Con la contrattazione integrativa si potranno normare
le ricadute economiche in favore del personale tecnico amministrativo (art. 4
ipotesi CCNL);
5. è stato ampliato l’istituto della aspettativa inserendo nuove tipologie di
esperienza lavorativa e di studio (art. 37 ipotesi CCNL);
6. è stata ridefinita, e migliorata, la normativa sulla mobilità del personale
tecnico amministrativo nel comparto Università, ed all’interno delle singole
Istituzioni, nonché quella intercompartimentale (art. 57 ipotesi CCNL);
7. come CISL, per porre fine alle innumerevoli sperequazioni oggi esistenti
nell’attribuzione dei buoni pasto, abbiamo ottenuto chiarezza a livello
nazionale delle modalità d’uso (art. 60 ipotesi CCNL);
8. per la categoria EP è stata estesa anche agli avvocati, come già ad
ingegneri ed architetti, la possibilità di ottenere la corresponsione dei
compensi professionali (art. 71 ipotesi CCNL). E’ stata riscritta e chiarita la
questione relativa alla flessibilità dell’orario di lavoro (art. 72 ipotesi
CCNL). Viene prevista la possibilità di ricoprire responsabilità gestionali
nell’ambito dei Dipartimenti Universitari e di ottenere incarichi aggiuntivi
retribuiti sia dall’Amministrazione che da terzi (art. 75 ipotesi CCNL);
9. per la parte economica, relativa al biennio 2006/2007, è previsto un
aumento tabellare medio pari ad 88 Euro. In aggiunta dobbiamo considerare la
somma destinata alla produttività aziendale pari ad uno 0,50% dell’incremento
tabellare (ed il cui valore monetario corrisponde a circa 10 Euro), di esso lo
0,20% è destinato all’indennità prevista nell’art. 88 ipotesi CCNL (ex art. 41 CCNL 2002/2005);
10. diverse altre innovazioni sono contenute nell’articolato, ma non si possono
evidenziarle tutte per esigenze temporali; nel prossimo futuro avremo modo di
approfondire tutti gli aspetti contrattali.
L’ipotesi in oggetto dovrà seguire l’iter
contrattuale, modificato dal decreto 112/2008, che prevede la certificazione
positiva della Corte dei Conti propedeutica al parere favorevole del Comitato
di Settore e del Governo quindi, presumibilmente, potrebbe diventare esecutiva
entro la fine del mese di settembre p.v. a seguito della firma ufficiale del
CCNL 2006/2009.
In allegato
potete prendere visione sia dell'ipotesi di comtratto
che delle tabelle degli arretrati.
E’ ben noto a
questa Segreteria, tanto più a quella Nazionale, che non tutte le
aspettativa del personale tecnico amministrativo universitario sono state
soddisfatte (alcune sono state respinte senza appello dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze in virtù del suo potere valutativo della spesa
pubblica); si ritiene comunque che questa sia una buona ipotesi contrattuale
alla luce dell'attuale congiuntura negativa del “clima” politico e della
situazione economica (crescita zero) che, specialmente dall’inizio del 2008,
sono lo scenario reale con il quale
dobbiamo confrontarci.
Si coglie l’occasione per augurarvi buone
vacanze.
CISL Università
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Circolare n°8 del 5/9/2008 - art. 71 L. 133/88 (assenze dal servizio dei pubblici
dipendenti)
Carissimi Colleghi,
è stata
emanata dalla Funzione Pubblica una seconda circolare interpretativa delle
norme introdotte dalla legge 133 (conversione in legge del decreto 112)
concernenti gli aspetti delle assenze dal servizio (malattia, permessi,
congedi, ecc.) ed il cui testo viene allegato alla presente.
Riteniamo utile segnalarvi alcuni
aspetti salienti della nota elaborata dalla Funzione Pubblica e che, a nostro
avviso, dimostra come il carattere punitivo e vessatorio del Ministro Brunetta
abbia prodotto situazioni incerte e discriminanti per il settore pubblico.
La decurtazione della retribuzione
accessoria in caso di assenza per malattia si applica ad ogni episodio di
assenza e per ognuno dei primi dieci giorni di ogni evento. Gli eventuali
giorni aggiuntivi al decimo (malattia protratta) saranno disciplinati dalle
norme del CCNL vigente.
Le assenze per visite
specialistiche, terapie ed accertamenti diagnostici possono essere imputate dal
lavoratore sia allo stato di malattia, ed in tal caso vengono decurtate le ore
di assenza, sia alle varie tipologie di permessi contemplati nel CCNL (permessi
brevi, retribuiti, ecc.) che non subiscono decurtazione.
Tutte le assenze per malattia che
avvengono per tre o più volte nel corso dell’anno o si protraggono per più di
10 giorni consecutivi dovranno essere attestate da una struttura sanitaria
pubblica o da medici convenzionati con il S.S.N.
La comunicazione dell’assenza per malattia
è sempre obbligatoria all’inizio del turno di lavoro corrispondente cui seguirà
trasmissione della certificazione medica.
Per i dipendenti affetti da gravi
patologie resta in vigore il diritto incondizionato al part-time, mentre viene
sottoposta alla nuova disciplina l’applicazione della trasformazione
dell’orario per i dipendenti che assistono familiari affetti da gravi
patologie.
Tutte le tipologie di congedo o
permesso fruibili dal lavoratore con “handicap” ai sensi della legge 104/1992,
per il momento, non subiscono alcuna modifica nella loto entità e diritto alla
fruizione (due ore di permesso al giorno per ciascun giorno lavorativo oppure 3
giorni interi di permesso mensili). Analogamente restano immutati i permessi
per coloro che assistono detti malati.
Ma purtroppo la richiesta, da parte
di Brunetta, alle singole Amministrazioni di far pervenire uno strettissimo
controllo e monitoraggio dei permessi ex legge 104/92 anticipa chiaramente la
volontà del Governo di modificare detta normativa (sicuramente nell’ottica di
ridurre i benefici attuali).
I permessi per donazioni di sangue e
di midollo osseo, purtroppo non sono stati esclusi dalle decurtazioni per
assenza di malattia. La circolare ammette che dette casistiche non sono state
contemplate fra quelle escluse dalla decurtazione ed enuncia l’intenzione della
Funzione Pubblica di voler rimediare in tempi brevi alla penalizzazione di
importantissimi atti di solidarietà..
Resta
aperta la questione politica generale connessa ad un provvedimento legislativo
che non affronta nel modo giusto ed equilibrato aspetti caratterizzanti il rapporto
di lavoro, cui eravamo giunti con anni di faticosa contrattazione, e che dovrà
essere corretto negli aspetti penalizzanti.
CISL Università
Viterbo, 18 settembre 2008
Al Chiar.mo Prof. Marco Mancini
Presidente dell’Organismo ex D.R. 460/08
Università degli Studi della Tuscia – S E D E
Illustrissimo
Presidente,
nell’ambito
del processo che l’Organismo redigente sta tracciando in materia di revisione
degli organi di Governo e collegiali, in previsione della prossima riunione che
dovrebbe definire gli assetti previsti per gli Organi di governo, chiediamo
alla S.V. un’audizione dei firmatari della presente alla luce di quanto si è
andato delineando nel corso della riunione dell’Organismo del 17 settembre u.s.
nella quale la nostra rappresentanza ha espresso dissenso nei confronti della
proposta avanzata.
Nell’auspicare l’accoglimento della richiesta,
l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.
f.to CGIL f.to CISAL f.to
CISL f.to SNALS
Arcangeli D’Angelo Bonori Porri
CONFERENZA DI ATENEO - 24 settembre 2008
PRESENTAZIONE E
DISCUSSIONE DELLE CANDIDATURE ALLA CARICA DI RETTORE
Le Organizzazioni e le
Rappresentanze Sindacali del Personale di questa Università firmatarie del
presente documento intendono sottoporre all’attenzione dei candidati alla
carica di Rettore, triennio 2008-2011, una serie di riflessioni e istanze su
questioni di importanza generale sul futuro dell’Ateneo ed in particolare per
la componente del personale tecnico amministrativo.
GOVERNANCE
Le scriventi rappresentanze condividono le motivazioni
alla base del processo di riforma dell’assetto della governance la cui attuazione, oggi più che mai, appare
improcrastinabile. Le aspettative del personale sono molto alte in termini di
effetti attesi: le linee politiche e di programmazione generale e l’allocazione
di risorse vincolate ai parametri nazionali e locali della valutazione,
dovrebbero dare garanzie di crescita dell’Ateneo in termini di popolazione
studentesca, di potenziamento e sviluppo della ricerca, di estensione sul
territorio del patrimonio edilizio, di crescita del personale.
Nell’ambito del riassetto
della governance, chiediamo un impegno
formale che garantisca, con norme di salvaguardia, la continuità della presenza
delle componenti del personale dell’Università (docenti e
tecnici-amministrativi) negli Organi di governo.
Le stesse garanzie dovranno
riguardare anche tutti gli altri organi collegiali (Consigli di Facoltà,
Consigli di Dipartimento, Consigli dei Centri) prevedendo la partecipazione senza
limitazione alcuna delle rappresentanze del personale tecnico
amministrativo in seno ai Consigli. Riteniamo altresì che il processo di
partecipazione del personale tecnico amministrativo alle decisioni dell’Ateneo
si debba manifestare anche nelle procedure relative all’elezione dei Presidi,
con l’estensione dell’elettorato attivo del personale con le stesse modalità
disciplinate per l’elezione del Rettore.
Riteniamo necessaria
un’immediata revisione dei requisiti quantitativi per il mantenimento (e la
costituzione) delle strutture dipartimentali; una revisione, senza eccezioni,
che consentirebbe di accorpare piccole realtà che oggi comportano solo un
aggravio di risorse per il nostro Ateneo.
Sarebbe importante
rafforzare il raccordo tra l’amministrazione centrale e le strutture
amministrative decentrate, inteso come strumento per la risoluzione di
problematiche di ordine gestionale. Questa richiesta non rappresenta un passo
indietro rispetto al decentramento amministrativo, ma vuole essere soltanto un
mezzo per ottimizzare le procedure.
Il personale tecnico
amministrativo – che è una delle componenti dell’Ateneo (a fianco dei docenti e
degli studenti) – svolge un ruolo di primaria importanza in quanto rappresenta,
per così dire, la parte operativa che dà attuazione a decisioni prese ai
diversi livelli.
LEGGE
n.133/08 - FONDAZIONI
Si esprime forte preoccupazione in merito a quanto il
Governo ha previsto nel decreto-legge 112/08, convertito in legge 6 agosto 2008
n. 133: limitazione al 20% del turn over per gli anni
2009-2011 del personale docente e tecnico-amministrativo, dopo due anni di
blocco dei concorsi; drammatici tagli al Finanziamento pubblico dell’Università;
taglio delle retribuzioni dei docenti e del personale tecnico e amministrativo
e dulcis in fundo l’art. 16 ovvero la possibilità di
trasformazione delle università in fondazioni, con conseguente passaggio da
istituzione pubblica ad organizzazione privata; questi i punti di maggiore
preoccupazione contenuti nel decreto.
La prospettiva che si intravede nella manovra del
Governo è quella di un sostanziale, progressivo ed irreversibile disimpegno
dello Stato dalle sue storiche responsabilità di finanziatore del Sistema
Universitario nazionale. La possibilità per le Università pubbliche di
trasformarsi in fondazioni di diritto privato prefigura, inoltre, un futuro
privatistico. Rappresentiamo il nostro dissenso in merito alle misure del
Governo che, di fatto, peggiorano le retribuzioni dei docenti e ricercatori
(specie ad inizio carriera); che riducono fortemente gli spazi della
contrattazione integrativa per il personale tecnico amministrativo mettendo in
seria discussione l’erogazione di compensi accessori, ormai considerati parte
integrante dei salari, già estremamente esigui; che limitano le assunzioni di
personale al 20% del turn over bloccando l’ingresso
nel sistema universitario sia dei giovani ricercatori sia dei lavoratori
precari inseriti nei piani di stabilizzazione. Il trasferimento dell’intero
patrimonio dell’Università (dotazioni, personale, immobili) ad un soggetto
privato, il poter derogare dalle norme dell’ordinamento contabile dello Stato e
degli enti pubblici e, soprattutto, l’applicazione a regime di non si sa bene
quale contratto di lavoro al personale amministrativo (e tecnico), ci vedono
assolutamente critici. Anche i Docenti universitari, il cui rapporto di lavoro
è regolato dal diritto pubblico, rischiano di diventare dipendenti di una
realtà privata.
La realtà universitaria della Tuscia, posta in un
territorio certamente non ricco a livello imprenditoriale, rischierebbe di
essere penalizzata nel quadro del sistema universitario nazionale.
Siamo quindi fermamente contrari a qualsiasi pulsione
che vada nella direzione della privatizzazione dell’Università della Tuscia e
chiediamo al futuro Rettore un impegno preciso contro tale opzione.
RETRIBUZIONI
E WELFARE
Come è noto, la legge “Brunetta-Tremonti”,
seppur penalizzante per l’intero sistema universitario, incide in maniera
sostanziale e immediata nelle tasche del personale tecnico-amministrativo
quando parla di norme in materia di contrattazione integrativa e riduce del 10%
il fondo del salario accessorio a decorrere dal prossimo anno.
Questo ci spinge a chiedere ai candidati alla carica
di Rettore un impegno per l’attivazione immediata di un nuovo sistema di
welfare che integri ed assorba quello attuale, permettendo ai dipendenti di
accedere ai diversi interventi così da ammortizzare detta riduzione. Iniziative
di questo tipo permetterebbero all’Ateneo della Tuscia di essere non solo tra
le prime Università a realizzare la riforma della governance, ma anche di essere
all’avanguardia in materia di servizi sociali, culturali e ricreativi offerti a
propri dipendenti intesi come ammortizzatori economici di II livello.
In conclusione, nella consapevolezza di non aver
esaurito tutte le criticità del “sistema Università Tuscia”, riteniamo di aver
segnalato quelle che consideriamo prioritarie e siamo fermamente convinti che
la Conferenza di Ateneo sia la sede più idonea per ricevere, oggi da parte dei
candidati, impegni precisi nel senso auspicato.
CGIL CISAL CISL SNALS RSU
Arcangeli D’angelo Bonori Porri Barbanti
Martinelli
Pugliesi
Ragonesi
Schinoppi
"C.I.S.L. INFORMA" - 19 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e
dintorni
Comunicato unitario CGIL CISL UIL
Il Governo Berlusconi, dopo aver dato il via
ad una Finanziaria 2009 che restringe
ulteriormente i già falcidiati spazi e risorse della contrattazione pubblica, si accinge ad approvare, all’interno
del collegato “monstre”
(ddl n. 1441 in iter di approvazione parlamentare) un
emendamento nel quale si sopprimono le disposizioni del comma 519 della L n 296
( finanziaria 2007) e di tutte le misure normative successive finalizzate alla stabilizzazione del precariato pubblico,
dalla cui permanenza dipendono, invece,
le speranze di mantenimento in servizio e di futura stabilizzazione di
migliaia e migliaia di lavoratori precari pubblici.
Gli effetti disastrosi di tale emendamento,
voluto con forza dal duo Brunetta- Tremonti, sono meglio comprensibili
se si pensa che nello stesso emendamento si arriva addirittura a sostenere la decadenza automatica dei
contratti attualmente in proroga! Ciò
entro 30 gg dall’entrata in vigore del
provvedimento di legge, mettendo così letteralmente per strada migliaia di
persone!
A questo punto alla misura già colma si aggiunge quella che noi non
esitiamo a definire una vera e propria provocazione politica e sociale che fa traboccare il vaso!
Non è stato sufficiente punire chi è effettivamente malato o costretto ad
assistere un portatore di handicap! Non basta un ulteriore “tassa” sul lavoratore
pubblico che perderà, nel migliore dei casi, almeno il 10% del proprio
emolumento accessorio! Non bastano i tagli agli organici, il blocco delle
assunzioni e del turn- over, il raffreddamento “ad infinitum” dello stesso processo di stabilizzazione! Non
bastano i tagli ai fondi dell’ Università, i progetti di sua privatizzazione,
le misure, senza vera ratio e progetto, di ulteriore
riassetto degli Enti di Ricerca! Non è
stato sufficiente colpire il sindacato nelle sue prerogative essenziali e spazi
di negoziazione!
Si è voluto andare ancora più avanti attaccando, socialmente, iniquamente
ed incostituzionalmente, la parte più debole del
sistema!
Si cerca di entrare con il bisturi di una demagogia impietosa,
ammantata di finta efficienza e finta
difesa dello stato di diritto , nella carne viva di giovani, precari di tutte
le età e delle loro famiglie!
La reazione del
sindacato e di tutti i lavoratori non può che essere immediata e vigorosa.
Nei nostri settori,
all’interno dei quali il “precariato” svolge una funzione essenziale, la
mobilitazione di tutti i lavoratori deve sollecitare la pronta e ci auguriamo
solidale iniziativa dei vertici di Enti
ed Atenei - Presidenti e Direttori
Generali degli Enti, Rettori, Direttori Amministrativi Senati Accademici - per spingere su Governo e Parlamento al fine
di mutare da subito assurdi quanto
iniqui orientamenti.
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA" - 20 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e
dintorni
A tutti i Docenti delle Università italiane
ADI, ADU, ANDU,
APU, CISAL Università, CNRU,CNU, CISL Università,
FLC CGIL, RNRP, SUN, UDU, UIL P.A.-U.R.AFAM
Il sistema universitario è oggetto
di provvedimenti che rischiano di cancellare l’Università che abbiamo
conosciuto. Il D.L. 112/08 è stato convertito in legge (n°.
133/08), ed è dunque pienamente operativo, confermando i contenuti sui quali
abbiamo già a luglio espresso un giudizio durissimo e avviato prime iniziative
di informazione e di contrasto. Ne ricordiamo punti salienti:
- limitazione
al 20% del turn-over, per gli anni 2009-2011 e al 50% per l’anno 2012 del
personale docente e tecnico-amministrativo, dopo due anni di blocco dei
concorsi;
- ulteriori
drammatici tagli al Fondo di Finanziamento ordinario, che viene decurtato di
circa il 25% in termini reali entro il 2012; (ma per quest’anno il
finanziamento dei PRIN scende da 160 a 98 milioni di euro):
- la
possibilità di trasformazione degli Atenei in Fondazioni private, con la
privatizzazione dei rapporti di lavoro, il conferimento dei beni
dell’Università al nuovo soggetto privato e l’indeterminatezza degli organi di
gestione degli atenei la cui composizione e funzione non viene per nulla
chiarita.
- il taglio
delle retribuzioni del personale
Tali
provvedimenti vanno ben oltre la congiuntura e una pura manovra di risparmio,
ma determinano invece uno scenario in cui sparisce l’Università italiana come
sistema nazionale tutelato dalla Costituzione, in cui il ruolo pubblico è
elemento decisivo di garanzia per la liberta’ di
ricerca e d’insegnamento e degli interessi generali del paese.
Saranno in
primo luogo gli studenti ad essere danneggiati, perché non sarà più garantita
un’offerta formativa di qualità legata all’inscindibilità di didattica e
ricerca, perché il taglio dei finanziamenti condurrà all’aumento senza limiti
delle tasse universitarie e perché la possibilità di assumere sempre meno
docenti condurrà ad un ampliamento massiccio dei corsi di laurea a numero
chiuso e alla soppressione di corsi di laurea non già sulla base di un’attenta
valutazione della loro efficacia, bensì per via dell’impossibilità di garantire
la presenza del personale docente necessario.
Insieme con gli
studenti, i primi danneggiati sono i giovani studiosi: il blocco del turn-over,
riducendo drasticamente il numero dei docenti in ruolo a fronte delle uscite
per pensionamento già note, impedirà il ricambio generazionale, aggravando il
problema già insopportabile del precariato, e chiudendo le porte
dell’Università ad intere generazioni. Ma è l’intero sistema che si ripiega su
se stesso, negando ai docenti le opportunità di ricerca e di didattica di
qualità, appaltando al privato le scelte fondamentali (un privato che, giova
ricordarlo, è tra gli ultimi al mondo per finanziamento della ricerca). Chi
presidierà le aree più delicate e meno immediatamente redditizie della ricerca?
Si vuole importare un modello che mutua, dal mondo anglosassone, gli aspetti di
disuguaglianza sociale, di sistema di poche Università di eccellenza, di
riduzione di diritti ed opportunità, mentre non esistono neppure lontanamente
le condizioni per mutuarne gli aspetti di alta produttività scientifica. E a
fronte di una riduzione del 25% dei finanziamenti, anche le Università che oggi
si autodefiniscono “virtuose” saranno trascinate nel gorgo dello squilibrio
finanziario strutturale, strette nella forbice dei costi crescenti e della
riduzione delle entrate.
Noi crediamo
fermamente che occorra mobilitarsi da subito in modo forte e convinto per
chiedere la cancellazione dei provvedimenti ed arrestare una deriva che si
annuncia completa su tutti gli aspetti del funzionamento dell’Università. Non
sfugge a nessuno che all’orizzonte si profilano nuovi interventi tra cui,
verosimilmente, la revisione dello stato giuridico e l’abolizione del valore
legale del titolo di studio. Il nostro giudizio negativo e’ fortemente ancorato
ad elementi di merito.
Conosciamo bene
le tante falle e difetti del sistema universitario, e certo non intendiamo
difendere l’esistente; ma è proprio dai difetti che occorre partire, in modo
non ideologico, come abbiamo costantemente fatto: affrontare i nodi del merito
e della valutazione, della qualità dell’offerta didattica e di ricerca, del
reclutamento dei giovani e della carriera, e correlatamente
del precariato, dei meccanismi di finanziamento, del diritto allo studio, del
dottorato, di un rapporto aperto e trasparente tra Università e società. E
discuterne con la comunità universitaria: fino ad oggi le decisioni adottate
sono state prese in modo del tutto unilaterale, al di fuori di qualsiasi
confronto.
Noi non
intendiamo accettare questo stato di cose: vi chiediamo, individualmente e
collettivamente di mobilitarvi, ed in questo senso vi proponiamo un percorso
che unifichi ed estenda a tutte le componenti dell’Universita’
le tante iniziative sorte in queste settimane. Nel mese di ottobre occorre
produrre iniziative di informazione e socializzazione in tutti gli Atenei, in
forma di assemblee e momenti di discussione. Ancora troppi non hanno compreso
la portata devastante dei provvedimenti, o confidano in un “io speriamo che me
la cavo”. Non sarà così: chiunque operi nell’Università sarà esposto a
cambiamenti radicali delle sue condizioni di vita, di lavoro e di reddito.
Vi chiediamo di
proseguire con la moltiplicazione delle prese di posizione in tutti gli organi
accademici e di farcele pervenire in modo da pubblicizzarle sui nostri siti e
diffonderle ulteriormente.
Vi chiediamo di
riprendere la positiva esperienza delle “lezioni in piazza”: dobbiamo parlare
alla cittadinanza, spiegare che questi provvedimenti non sono un problema
dell’Università, ma disegnano un modello che riduce diritti e opportunità
sociali, facendo del reddito il solo discrimine tra chi può e chi non può; un
modello che divide sempre piu’ il Paese tra poveri e
ricchi.
Vi chiediamo di
rifiutare ogni prestazione non dovuta e attenersi strettamente ai compiti
istituzionali; di utilizzare parte delle lezioni per spiegare e condividere le
ragioni della nostra opposizione.
Per parte
nostra parleremo a tutti gli attori istituzionali interessati, CRUI e CUN, per
sollecitare condivisione e prese di posizione. Studieremo anche forme di
comunicazione che ci portino a contatto del più grande numero possibile di
persone, a partire dalle famiglie degli studenti universitari e dalle
associazioni dei genitori degli studenti medi, i possibili universitari del
futuro,poiché ci è chiaro, come già detto, che queste posizioni abbisognano del
più vasto sostegno degli utenti e dell’opinione pubblica.
Riteniamo necessario
che questa fase di mobilitazione sfoci in una manifestazione nazionale,
indicativamente a fine ottobre, nella quale tirare le fila delle azioni
intraprese e accrescere la pressione sul Governo.
Ognuno di noi
in questa difficile fase è chiamato ad una responsabilità individuale che non
può essere ignorata o delegata. Fate circolare questo messaggio, discutetene
con i colleghi che non l’hanno ricevuto, diffondetelo nelle Facoltà e nei
Dipartimenti. Questa volta ci battiamo per la sopravvivenza stessa dell’istituzione
in cui crediamo.
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA"
- 20 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
Prendiamo atto che
questa Amministrazione intende introdurre, nell'immediato, sostanziali novità
in merito alla "GESTIONE DELLE PRESENZE".
Ci rammarichiamo che
decisioni di tale rilevanza e di interesse generale per tutto il personale
dell'Ateneo siano state prese e diffuse, seppure in
bozza, senza un incontro preventivo con le OO.SS
e R.S.U. inteso ad apportare eventuali modifiche
volte al raggiungimento di una sempre migliore efficienza e semplificazione
delle procedure.
Cordiali saluti.
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA" - 21 -
Anno domini 2008 – attività negoziale … e
dintorni
Come tutti
saprete ieri, presso la sede ARAN, è stato firmato il rinnovo contrattuale
2006/2009, e del biennio economico 2006/2007, che diventa così esigibile a
tutti gli effetti.
La firma definitiva è arrivata dopo una tormentata e lunghissima trattativa
fra le parti che, dopo la conclusione in sede ARAN, è stata ulteriormente
complicata dall’intervento del Governo (Funzione Pubblica, Ministero Economia e
Finanze) che ha preteso ulteriori chiarimenti da parte dell’ARAN e del Comitato
di Settore su diversi aspetti contrattuali (aspetti che erano già stati
verificati durante l’iter contrattuale).
Dopo codeste lungaggini, anche un pò pretestuose, l’ipotesi è andata alla certificazione
della Corte dei Conti e si è concluso finalmente un percorso che, a nostro
avviso, sta diventando eccessivamente farraginoso e dovrà essere rivisto in
tempi brevi.
Ancora una volta dobbiamo stigmatizzare
il comportamento dei Sindacati Autonomi che, durante tutta la trattativa prima
e nel percorso di ratifica poi, hanno sempre diffuso notizie inesatte,
allarmismi ingiustificati, attacchi gratuiti e fuorvianti alle OO.SS. Confederali pur di avere un minimo di visibilità nel
comparto a compensazione della loro scarsa rappresentatività nell’ambito
nazionale.
La firma del nuovo CCNL dovrebbe
consentire ai lavoratori dell’Università di ricevere, entro novembre p.v.,
arretrati e stipendi aggiornati.
Ricordiamo i principali punti qualificanti
del contratto:
1. progressioni
orizzontali: ai fini della progressione economica all’interno della categoria
sono stati ridotti da 3 a 2 gli anni di servizio nella posizione immediatamente
inferiore ed, inoltre, è stata fissata la cadenza annuale delle valutazioni con
decorrenza fissa dal 1° gennaio (art. 79
CCNL);
2. Aziende
Ospedaliere Universitarie: è stato puntualizzato l’aspetto relativo alle
progressioni verticali che dovranno essere effettuate dalle AOU stesse a carico
del proprio bilancio (art. 65 ipotesi CCNL). Viene riconosciuto il diritto al
personale tecnico amministrativo qualificato ad avere incarichi di insegnamento
nei corsi didattici delle lauree specialistiche sanitarie (art. 54 CCNL).
Nell’intento di migliorare l’intera
disciplina specifica relativa all’AOU (ed alle Aziende Ospedaliere integrate
con l’Università), per cui al momento non esistono indirizzi politici ed
economici da parte del Comitato di settore, si rinvia la materia ad una
sequenza contrattuale apposita (art. 70 CCNL);
3. è stata
istituita una Commissione Paritetica fra Amministrazione ed OO.SS.
con il compito di migliorare le condizioni organizzative e gestionali dei
lavoratori disabili (art. 7 CCNL);
4. con la
contrattazione integrativa si potranno normare le
ricadute economiche in favore del personale tecnico amministrativo (art. 4
CCNL) in materia di compensi derivanti dall’attività in conto terzi o da
programmi comunitari;
5. è stato ampliato
l’istituto della aspettativa inserendo nuove tipologie di esperienza lavorativa
e di studio (art. 37 CCNL);
6. è stata
ridefinita, e migliorata, la normativa sulla mobilità del personale tecnico
amministrativo nel comparto Università, ed all’interno delle singole
Istituzioni, nonché quella intercompartimentale (art. 57 CCNL);
7. per porre fine
alle innumerevoli sperequazioni oggi esistenti nell’attribuzione dei buoni
pasto, si è ottenuto chiarezza a livello nazionale circa le modalità d’uso
(art. 60 CCNL);
8. per la
categoria EP è stata estesa anche agli avvocati, come già ad ingegneri ed
architetti, la possibilità di ottenere la corresponsione dei compensi
professionali (art. 71 CCNL). E’ stata riscritta e chiarita la questione relativa
alla flessibilità dell’orario di lavoro (art. 72 CCNL). Viene prevista la
possibilità di ricoprire responsabilità gestionali nell’ambito dei Dipartimenti
Universitari e di ottenere incarichi aggiuntivi retribuiti sia
dall’Amministrazione che da terzi (art. 75 CCNL);
9. per la parte
economica, relativa al biennio 2006/2007, è previsto un aumento tabellare medio
pari ad 88 Euro. In aggiunta dobbiamo considerare la somma destinata alla
produttività aziendale pari ad uno 0,50% dell’incremento tabellare (ed il cui
valore monetario corrisponde a circa 10 Euro), di esso lo 0,20% è destinato
all’indennità prevista nell’art. 88 CCNL (ex art. 41 CCNL 2002/2005).
Fraterni saluti,
CISL Università
"C.I.S.L. INFORMA"
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Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
"C.I.S.L. INFORMA"
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Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
Oggi ha avuto luogo una conferenza
stampa durante la quale i Segretari
Generali di FLC CGIL, CISL Università, CISL FIR e UIL PA-UR e AFAM hanno
presentato ai media le motivazioni che stanno alla base dello sciopero generale
dei tre settori proclamato per il 14 novembre pv.
Per le Organizzazioni Sindacali la
politica miope del Governo sta minando il futuro istituzionale dell’Università,
degli Enti di Ricerca e delle strutture AFAM. Sul tavolo degli imputati è la
legge 133 dell’agosto scorso: drastica riduzione del turn-over, il taglio di un
terzo del Fondo di Finanziamento Ordinario, il taglio delle retribuzioni del
personale, la possibilità di trasformare gli Atenei in Fondazioni di diritto
privato. In più desta preoccupazione il silenzio sui concorsi straordinari per
ricercatori e sui tanti precari che oggi portano avanti le attività di ricerca
e di didattica, la riduzione del finanziamento dei PRIN, l’impossibilità di
procedere senza fondi al rinnovo del secondo biennio contrattuale per
l’Università e del CCNL 2006/09 del comparto dell’Alta Formazione Artistica e
Musicale e di quello della ricerca pubblica.
“Sul sistema universitario - ha
dichiarato Antonio Marsilia, Segretario Generale
della Federazione CISL Università - si sta scrivendo una brutta pagina politica
che rivela una sorta di schizofrenia dell’attuale esecutivo. Mentre il Ministro
Gelmini promette un serio piano di rilancio dell’Università i ministri Tremonti
e Brunetta non concedono neppure i fondi
necessari per la sopravvivenza. Sembra una presa in giro. Sono preoccupato
per il clima che si sta creando. Voglio sperare che si accolga l’invito del
Presidente della Repubblica e che si avvii finalmente una fase di dialogo e
confronto. La nostra esperienza diretta è che in tutti questi mesi il Ministro
Gelmini non ha voluto mai accordarci udienza. L’attuale crisi deve essere
l’occasione per aprire, in maniera definitiva, il confronto sul ruolo
dell’Università nel nostro Paese”.
"C.I.S.L. INFORMA"
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Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
Nella giornata di ieri il Consiglio dei
Ministri ha varato un decreto recante “Disposizioni urgenti per il diritto allo
studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e
della ricerca”. Il titolo è molto ambizioso, i contenuti in realtà molto meno.
L’art. 1 prevede a regime il blocco del
reclutamento di ricercatori e docenti per gli Atenei che superino il tetto del
90% alle spese di personale, compresa l’indisponibilità dei fondi di 20-40-80
milioni previsti dalla Finanziaria 2007. Prevede inoltre un allentamento del
blocco della L.133 sul reclutamento, portando il turn-over dal 20 al 50% della
spesa corrispondente al personale in uscita, e specificando che il 60% degli
accessi deve essere riservato ai ricercatori. La norma così concepita rischia
tuttavia di rappresentare un aggravamento netto della stessa 133: per gli
Atenei che superano il 90% delle spese di personale non c’è più neppure il 20%
del turn-over; per gli altri, il taglio dei finanziamenti, che resta quello
proposto in Finanziaria, li porterà in due anni quasi tutti oltre il 90%,
generando lo stesso effetto di blocco totale. In realtà l’intervento necessario
deve muoversi su un doppio binario: insieme allo sblocco del reclutamento (per
il quale continuiamo a chiedere un investimento straordinario che faccia fronte
alle massicce uscite per pensionamento previste), occorre cancellare i tagli
del finanziamento, che precipiteranno la gran parte degli Atenei oltre il 90% e
in una condizione di squilibrio strutturale di bilancio.
Lo stesso articolo modifica la
composizione delle commissioni per il reclutamento di ricercatori, e per le
valutazioni ai fini del passaggio a I e II fascia, prevedendo che siano
composte da un componente d’Ateneo e da quattro sorteggiati da una lista
nazionale di quindici appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando.
Resta la doppia idoneità. Per l’accesso dei ricercatori la valutazione si svolge
solo sui titoli e pubblicazioni prodotte. Le norme valgono per tutte le
procedure, anche in corso, per le quali non si siano già costituite le
commissioni. Le norme introducono qualche elemento di maggiore trasparenza
nelle procedure, ma hanno per effetto un ulteriore slittamento dei tempi delle
valutazioni. Appare poi grave ed incomprensibile il fatto che le commissioni
sono composte tutte e soltanto da professori ordinari, comprese quelle per
l’accesso dei ricercatori, escludendo le altre fasce. Gli ordinari diventano
giudici ed arbitri esclusivi di accessi e promozioni: non è esattamente la
nostra idea di una comunità universitaria di pari, distinti solo per maturità
scientifica.
L’articolo, infine, elimina il taglio
del 10% alle dotazioni organiche degli enti di ricerca. Positivo, ma dopo un
faticoso giro si torna esattamente alla situazione di prima: perché non viene
introdotto anche per gli enti il criterio per il calcolo del turn-over
utilizzato per l’Università basato sulle risorse economiche dei pensionandi, e non sul loro numero? Rimane poi il regime autorizzativo che, la storia ci insegna, blocca in molti
casi l’autonomo sviluppo degli enti indipendentemente dai fondi disponibili.
Perché, come per l’Università, non si supera il vincolo della pianta organica?
L’articolo 2 (misure per la qualità del
sistema universitario) prevede che una quota non inferiore al 7% del
finanziamento ordinario complessivo (quello attuale, non in misura aggiuntiva)
venga ripartita sulla base dei risultati dei processi formativi e delle
attività di ricerca scientifica ( e fin qui tutto bene, sono anni che chiediamo
di cambiare i parametri della distribuzione in senso veramente premiante ),
“nonché della effettiva riduzione dei corsi di studio e del ridimensionamento delle
sedi didattiche”. Qui l’ideologia ha preso la mano al Ministro: nella polemica
(giusta, in molti casi) sulla proliferazione impropria delle sedi e dei corsi,
si fa di ogni erba un fascio, con il risultato che chi si è comportato meglio
-non avendo da tagliare- avrà meno chances di essere
destinatario del finanziamento “virtuoso”. I criteri di erogazione li
decideranno il CNVSU e il CIVR.
L’articolo 3 incrementa di 65 milioni
l’edilizia per residenze studentesche, e di 135 milioni le borse di studio. Siamo
lieti di questo importante ripensamento, visto che la Finanziaria riduceva del
60% i fondi per il diritto allo studio. Bene, anche se ci chiediamo le ragioni
di questa folgorazione sulla via di Damasco, essendo per natura poco inclini
alle folgorazioni.
L’articolo 4 provvede alla copertura
finanziaria del decreto.
Il Consiglio dei Ministri ha poi varato
uno schema di DPR che autorizza le istituzioni AFAM ad assumere 110 docenti di
prima e seconda fascia per far fronte alle necessità didattiche. Anche qui:
bene, perché il ruolo ad esaurimento della docenza AFAM previsto dalla L.508/99
è un numero chiuso in esaurimento, e la possibilità di assumere rompe una
gabbia che porta alla consunzione delle istituzioni. Ma è chiaro che il
problema del personale è un tassello di un puzzle complicatissimo in cui l’AFAM
è avviluppata, su cui permane una cappa di silenzio e paralisi da parte del
MIUR, e che sta, giorno per giorno, uccidendo le nostre Accademie e i nostri
Conservatori.
In conclusione: anche se alcune misure,
prese singolarmente, migliorano un po’ la drammatica situazione attuale, non si
vede in alcun modo all’orizzonte la volontà della correzione radicale di rotta
che si rende necessaria. E’ del tutto evidente che le grandi mobilitazioni in
corso stanno preoccupando il Governo in modo crescente, e che è in corso un
tentativo di allungare i tempi, sperando in un calo di tensione, e di produrre
qualche modifica da spendere come soluzione dei problemi. Resta invece la L.
133, con tutti i suoi tagli e vincoli distruttivi, restano il decreto ammazza-precari e le norme Brunetta, resta una Finanziaria
da strangolamento. Resta il silenzio perdurante del Ministero rispetto al
dialogo con le parti sociali.
La radicale correzione di rotta non può
che essere costituita dalla cancellazione di queste norme, e in seguito
dall’apertura di un confronto a tutto campo che riscriva l’agenda delle
priorità e delle criticità da affrontare, e individui le soluzioni congrue e
condivisibili. Per queste ragioni, lo sciopero e la manifestazione del 14
novembre assumono una rilevanza assoluta e sono confermati in assenza di atti
concreti rispetto ai contenuti della piattaforma dello sciopero: per dimostrare
che il mondo dell’Università, della Ricerca, dell’AFAM chiede con chiarezza
provvedimenti che ridiano un futuro alle istituzioni, a chi vi opera, agli
studenti e ai cittadini.
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Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
La stampa e la televisione
hanno dato ampia diffusione alla scelta della Federazione CISL Università di
revocare la partecipazione alla giornata di sciopero del 14 novembre. Il
motivo, come è stato ripetutamente sottolineato dal nostro Segretario Generale,
sta nel fatto che, rispetto alle ragioni
dello scontro, il Ministro ha assunto impegni precisi per dare risposte
concrete ai molti punti della piattaforma dello sciopero.
Poiché si corre il rischio
di creare ad arte confusione, anche al fine di far apparire la posizione della
CISL come di retroguardia, si ritiene
opportuno proporre la tabella sottostante, chiarificatrice dei risultati
conseguiti con le nostre agitazioni.
TRA LE
RAGIONI DELLO SCIOPERO
|
GLI IMPEGNI DEL MINISTRO
|
Inoltre, il Ministro si è impegnato a
istituire due tavoli tecnici (uno per la ricerca e uno per Università e
AFAM), finalizzati alla definizione
della riforma sulla base delle linee guida ministeriali, concernenti la governance, il
reclutamento e lo stato giuridico della docenza, la modifica del dottorato di
ricerca, il diritto allo studio. Attenzione al miglioramento del DL 180/08 nel corso della conversione in legge, migliorando
la normativa concorsuale.
Come si può vedere, i
precisi impegni assunti si riferiscono ai punti
delle nostre rivendicazioni e questo costituisce un vero “passo in
avanti” compiuto dal Ministro. Per questo, abbiamo scelto la strada del dialogo
costruttivo, dando credito agli impegni ministeriali. La CISL Università non è
un partito politico, ma un sindacato che ha come obiettivo principale la
tutela di tutti coloro che lavorano e
operano nelle Istituzioni Universitarie e AFAM insieme con il miglioramento
complessivo del sistema universitario.
CISL Università
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Anno domini 2008 – attività negoziale … e dintorni
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