La macchina di Santa Rosa, patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco, sarà al centro della narrazione di un racconto collettivo, attraverso il mirino fotografico e la condivisione nei social media di un gruppo di studenti dell’Università della Tuscia e del Liceo Scientifico Paolo Ruffini. Dal contesto produttivo del Laboratorio Fotografico del Dipartimento di Studi Umanistici, della Comunicazione e del Turismo, guidato dalla professoressa Ela Filippone, nasce l’idea di seguire nei giorni più intensi dell’anno la vita quotidiana della città di Viterbo e dei viterbesi trasformata per la preparazione, l’attesa e il trasporto della macchina.
“Un racconto collettivo ha qualcosa di più e qualcosa di meno rispetto al racconto di un autore. Più sguardi, più generazioni, più punti di vista per raccontare la macchina di Santa Rosa nella vita della città e dei viterbesi. Le fotografie di chi aspetta, guarda, vive il momento del trasporto con una grande trepidazione e che è almeno protagonista quanto i facchini. Magari secondo prospettive fotografiche parziali, che non vogliono essere esaustive, magari poco utilizzate dalla documentazione più classica che negli anni ha fermato gli istanti fondamentali dei trasporti della macchina di Santa Rosa”. Spiega il prof. Giovanni Fiorentino che coordina l’attività del Laboratorio fotografico, affiancato in questo caso dalla collaborazione della prof.ssa Alessandra Croci del liceo Ruffini, coordinatrice del progetto di alternanza scuola lavoro.
Quattro studenti liceali, una decina di studenti universitari e due giovani fotografi e tutor del gruppo, Marco Graziotti, già studente del Dipartimento, e Valeria Del Frate, laureanda del Disucom, porteranno avanti un’esperienza di collaborazione tra studenti universitari e studenti liceali sviluppata intorno al saper fare e intorno alle competenze indispensabili del saper guardare nuovamente, ai saperi mediali e tecnologici che possono essere restituiti al territorio e ai suoi abitanti proprio attraverso un flusso visivo, uno storytelling, da vivere attraverso i social network, e in particolare Facebook e Instagram. La collaborazione, nata nel contesto del progetto di formazione scuola lavoro che vede interagire intensamente l’università degli Studi della Tuscia con le scuole superiori del territorio, già a giugno aveva offerto agli studenti del liceo l’opportunità di sperimentare conoscenze teoriche e competenze pratiche rispetto al medium fotografico in un contesto digitale utilizzando un approccio laboratoriale ed elaborando un percorso di apprendimento virtuoso attraverso processi di formazione orizzontale e mutuazione di conoscenze ed esperienze dagli studenti universitari agli studenti liceali.
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