Le faggete vetuste dell’Appennino sono state iscritte al Patrimonio dell’Umanità UNESCO nell’ambito del sito seriale europeo “Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe” (http://whc.unesco.org/en/list/1133) durante la 41° sessione del Comitato tenuta a Cracovia del 7 luglio 2017. Il sito tutela il valore ecologico e biologico unico posseduto dai migliori ecosistemi dominati dal faggio scampati nei secoli scorsi ai tagli. L’Italia, in questa rete distribuita su 12 paesi europei, si distingue per ospitare 10 ecosistemi a faggio dalle caratteristiche uniche per età raggiunta degli alberi (circa 600 anni), dimensioni (50 m di altezza), e caratteri di naturalità dei popolamenti.
La regia del processo di candidatura è stata condotta dal Ministero Ambiente austriaco e per l’Italia dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. I docenti Alfredo Di Filippo e Gianluca Piovesan del Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia hanno curato la selezione dei siti durante i numerosi incontri internazionali, uno dei quali organizzato nel giugno 2012 proprio in Italia, tra le faggete della Tuscia e della Marsica (http://whc.unesco.org/en/news/906). I due docenti hanno coordinato la stesura degli aspetti scientifici riguardanti i siti italiani del dossier di candidatura, in collaborazione con i colleghi DAFNE Goffredo Filibeck, Sergio Madonna, Riccardo Primi, Bartolomeo Schirone, Anna Scoppola, e Marzio Zapparoli del DIBAF. Alfredo Di Filippo, inoltre, ha fornito il proprio contributo tecnico-scientifico direttamente agli ambasciatori UNESCO, sia nell’incontro preliminare a Parigi che direttamente a Cracovia, per supportare le attività della diplomazia mondiale necessarie a sostenere la candidatura. La rilevanza del risultato ottenuto grazie a questo lavoro pluriennale è stata anche riconosciuta dalla Farnesina (http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2017/07/alfano-ltalia-si-conferma-superpotenza.html).