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Open Access e comunicazione scientifica

Flussi della comunicazione scientifica

La comunicazione scientifica è fondamentale per il progresso della ricerca e della didattica, eppure proprio oggi, quando grazie ad Internet le possibilità di diffusione dei risultati della ricerca scientifica si sono estese a livello planetario, si assiste ad un fenomeno a dir poco assurdo.
Le biblioteche delle istituzioni di tutto il mondo non riescono a tenere il passo con la mole e i costi sempre più elevati delle riviste scientifiche. 
Gli editori commerciali hanno infatti esteso il loro controllo del mercato attraverso fusioni e acquisizioni di titoli da società scientifiche e professionali; queste operazioni hanno causato aumenti consistenti dei prezzi delle riviste e questi aumenti hanno causato continue cancellazioni di abbonamenti da parte delle biblioteche.
Gli autori comunicano quindi esclusivamente con coloro che afferiscono ad un’istituzione in grado di pagare l’accesso alle loro pubblicazioni ed i lettori accedono per conseguenza solo ad una parte della letteratura di loro interesse.
Nonostante i tagli agli abbonamenti, però, alcuni editori registrano ancora profitti molto alti, in alcuni casi pari al 40%. 
Anche la promessa dell’online si è rivelata illusoria, in quanto i costi per l’accesso alle pubblicazioni elettroniche sono sempre più elevati e sono per lo più in aggiunta a quelli per il cartaceo, per cui molti atenei non possono più fornire questo accesso ai propri utenti.
Il risultato è paradossale: gli Atenei sostengono il costo della ricerca, ne cedono gratuitamente agli editori i risultati e infine li riacquistano a costi ormai quasi intollerabili.

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OAI e pubblicazioni Open Access

Proprio per questo è nata la OAI – Open Archives Initiative, movimento che incoraggia scienziati, ricercatori e studiosi a disseminare i propri lavori di ricerca rendendoli liberamente accessibili secondo due modalità:
- depositandone una copia in un archivio aperto (Open Archive - OA);
- pubblicandoli su periodici ad accesso aperto (Open Access – OA), ossia che offrono gratuitamente e senza restrizioni l’accesso agli articoli referati.
Una pubblicazione ad accesso aperto (Open Access) deve soddisfare due requisiti:
- garantire a tutti gli utilizzatori il diritto d’accesso gratuito e l’autorizzazione a riprodurla, utilizzarla, distribuirla, trasmetterla, purché ne sia riconosciuta la paternità intellettuale;
- far sì che il contributo sia depositato in un archivio in linea che impiega standard tecnici adeguati e in un formato elettronico che rispetti uno standard riconosciuto internazionalmente. 
I vantaggi sono:
- aumento dell’impatto e della diffusione dei risultati della ricerca;
- maggiore consapevolezza e controllo sui diritti dell’autore e del processo editoriale;
- possibilità di fruire di una modalità di pubblicazione alternativa rispetto al mercato editoriale tradizionale;
- disponibilità di nuovi strumenti e indicatori per il monitoraggio e la valutazione della ricerca.
In accordo con lo spirito della Dichiarazione della Budapest Open Access Initiative, la Carta di ECHO e il Bethesda Statement sull’Open Access Publishing, è stata redatta nell’ottobre 2003 la Dichiarazione di Berlino per promuovere l’Open Access e quindi Internet come strumento funzionale alla comunicazione scientifica, sostenendo la transizione verso il paradigma dell’accesso aperto elettronico.
In Italia sono ancora poche le Università che hanno creato archivi aperti – Bologna, Firenze, Messina, Padova, Trento, Parma, Roma 1; il Caspur, consorzio di cui il nostro Ateneo è membro, svolge attività di service provider, come pure il Cilea.

 

CRUI e Open Access

La CRUI ha quindi deciso di supportare l’iniziativa e ha concorso a promuovere il workshop nazionale di Messina "Gli atenei italiani per l’open access". Il workshop ha avuto un grandissimo successo, ne è nato un Documento italiano a sostegno della Dichiarazione di Berlino sull’accesso aperto alla letteratura accademica, che ha visto la firma di ben 33 atenei, tra cui il nostro, che ha partecipato all’evento nella persona del Presidente della CAB, quale Delegato del Rettore. Ad oggi ha aderito la totalità degli Atenei.
La CRUI – sono parole del Prof. Vincenzo Milanesi, Rettore dell’Università di Padova e Presidente della Commissione CRUI per le Biblioteche di Ateneo - ha promosso questo convegno al fine di sensibilizzare e coinvolgere la comunità accademica nei confronti dei benefici portati dall’Open Access e di invitarla a svolgere un’azione concreta di sostegno:
- favorendo la creazione e l’utilizzo di archivi istituzionali aperti in ogni ateneo;
- favorendo la pubblicazione di articoli e risultati di ricerca sulle riviste ad accesso aperto;
- aderendo alle iniziative internazionali di promozione e sostegno all’accesso aperto alla conoscenza e alla comunicazione scientifica, e in particolare alla Dichiarazione di Berlino.
D’altronde, per adottare la logica dell’open access, non è necessario modificare i propri stili di comunicazione, basta inviare i propri articoli ad una rivista ad accesso aperto, oppure depositare nell’archivio aperto del proprio Ateneo copia dei lavori pubblicati su riviste tradizionali, secondo quanto previsto dai maggiori editori per quanto riguarda la cessione del copyright.
Ora è fondamentale che ogni istituzione si attivi per far conoscere le nuove modalità della comunicazione scientifica e le nuove possibilità di editoria accademica.
Creare una pagina ad hoc nel sito delle Biblioteche, contenente documenti, informazioni, links, è stato il primo passo per approfondire la conoscenza sull'Open Access e sugli Open Archives.
Successivamente, insieme alla Facoltà di Lingue, si è realizzato nel corso del 2005, Unitus DSpace, Open Archive istituzionale dell'Università della Tuscia.